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«Così sono riuscito a fotografare il pesce scorpione»: parla l'istruttore sub di Taormina

Il pesce scorpione fotografato da Pierangelo Catania con la sua GoPro

Ultima immersione del 2024 con…sorpresa, per un istruttore di subacquea. Pierangelo Catania, mentre stava facendo conoscere ad una giovane turista di Vancouver lo spettacolo dei fondali di Mazzarò, ha scorto un pesce scorpione. Erano le 12.30 del 31 dicembre, i due si trovavano a 150 metri dalla battigia, a 18 metri circa di profondità.

«L’ho riconosciuto subito per i suoi caratteristici aculei. L’avevo già visto anni fa nelle acque dell’Asia ed ai Caraibi – racconta Catania - dove la presenza è così massiccia, pur non essendo una specie autoctona, che ne è consentita la caccia». Il pesce, che si difende con lunghi aculei veleniferi che possono infliggere punture molto dolorose, è, infatti, una specie commestibile. Quello avvistato è un pesce scorpione orientale (Pterois volitans): prima che si allontanasse, forse disturbato dalla presenza umana, il sub ha avuto appena il tempo di scattare un paio di fotografie con la sua GoPro.

La prima segnalazione del pesce scorpione in Sicilia risale al 2016, nelle acque di Vendicari. La sua presenza è motivo di preoccupazione perché si tratta di un predatore molto efficace che può avere impatti significativi sugli ecosistemi locali, nutrendosi soprattutto di pesci autoctoni. L’innalzamento delle temperature del mare possono favorirne la diffusione nei prossimi anni, anche se – fino ad ora – gli avvistamenti sono poco più che sporadici. «Le condizioni meteo erano ottimali: temperatura, limpidezza, ottima visibilità. L’avvistamento di un esemplare così raro è stato un motivo di ulteriore eccitazione, per me e per la turista canadese. Ma, mi chiedo, quando si riesce a documentare una specie aliena nei nostri mari a chi bisogna rivolgersi per poter dare un contributo scientifico?».

Pierangelo Catania, taorminese doc, ha trasformato la sua passione in un lavoro. Dopo i primi corsi nel 2010 per conseguire il brevetto, infatti, dal 2015 è diventato istruttore di subacquea, riconosciuto dalla Didattica Padi (Professional association of diving instructors). «L’esemplare che ho fotografato - conclude - mi è sembrato lungo 18 centimetri, più piccolo rispetto a quelli che vivono in acque oceaniche, forse meno sviluppato in relazione alla possibilità di cibarsi adeguatamente. Altri amici sub mi avevano detto nei giorni precedenti di avere visto, ma senza riuscire a fotografarlo, un esemplare di pesce scorpione. Abbiamo la curiosità di capire se si tratta dello stesso pesce o di diversi componenti di una stessa colonia. Nelle prossime immersioni ci terremo pronti a scattare immagini».

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