MESSINA. Rammarico sì, rassegnazione no. Perché in fondo una partita si può anche perdere e comunque sulla carta non era certo Caserta il posto giusto per cercare punti salvezza. Con questa consapevolezza, il Messina ha ricominciato ad allenarsi ieri pomeriggio in vista della sfida di lunedì a Lecce. La seconda trasferta consecutiva sarà anche la seconda gara da brividi di fila. Al di là del particolare momento societario che sta vivendo e della distanza dalla vetta, quella pugliese resta una delle squadre migliori del campionato. Sarà durissima far punti, il Messina però dovrà provarci ugualmente, perché ogni giornata che passa è un’occasione in meno per tirarsi fuori dalla zona pericolo. La buona notizia è che sono tornati in gruppo quasi tutti i giocatori che erano out per infortunio. Si sono allenati con il resto della squadra anche Pepe e Nigro che avevano lavorato a parte nei giorni scorsi. L’unico a fare differenziato è stato Benvenga, ancora in fase di recupero. Out, invece, il lungodegente Marin, ma non è - purtroppo - una novità. A Lecce Grassadonia non potrà andare in panchina. L’espulsione di Caserta gli è costata la squalifica, dovrà seguire i suoi dalla tribuna. Stessa sorte per Nicolas Izzillo, che ha preso un turno di stop. Ci sarà da ridisegnare il centrocampo, magari studiando anche soluzioni tattiche diverse. A Caserta il 3-5-1-1 non ha reso come ci si aspettava. «Ma non avevamo certo studiato una gara solo di difesa - chiarisce l’attaccante Luca Orlando, autore dell’unica rete giallorossa - l’idea era quella di attenderli e colpirli sfruttando i loro punti deboli, purtroppo non ci siamo riusciti». Ha colpito la scelta di dare al giovane Bortoli la fascia di capitano. «Ha sorpreso anche me - ammette Orlando - ma credo sia il giusto premio per un ragazzo che ha sempre accettato con serenità e professionalità le scelte del mister, senza mai lamentarsi anche quando stava fuori». Fuori, domenica, c’è rimasto proprio Orlando, tra gli esclusi eccellenti insieme a Corona e Damonte. Come i suoi compagni, ha pagato la necessità di far quadrare i conti per rispettare i parametri dell’età media e forse anche il nuovo modulo, studiato da Grassadonia per tentare di arginare la Casertana. «Sapevo che giocando con una sola punta pura avrei avuto meno chance di giocare. Eravamo in corsa in tre, alla fine è andato in campo dall’inizio De Paula. Il mister fa le scelte, noi le rispettiamo. Ho cercato di dare il massimo quando sono entrato». E il suo massimo, ha portato in dote un gol bellissimo: una botta dal limite di controbalzo, che aveva illuso il Messina di poter fare il miracolo nel finale. «È vero, ma non sono poi così contento. Preferisco fare gol pesanti. E la soddisfazione personale non basta a cancellare l’amarezza per la sconfitta». Sin qui, in realtà, Orlando aveva sempre fatto gol pesantissimi, a cominciare da quelli segnati alla Reggina, nei derby di andata e ritorno. «Spero di farne altri importanti, ma quel che conta è che la squadra si salvi».