MESSINA. Fa male, ma non troppo. In fondo il Messina l’aveva preventivato. A Lecce, contro una delle squadre più attrezzate del campionato, una sconfitta poteva anche starci. Non è un dramma. Pesa, comunque, perché Di Napoli ci teneva a uscire bene dalla trasferta di Puglia e soprattutto perché il ko del Via Del Mare arriva nel momento più difficile della stagione. Il Messina è in affanno, inutile nasconderlo. Non segna da più di quattro gare (quasi 500 minuti) non brilla sul piano del gioco, non è la squadra aggressiva e cinica di inizio stagione. Sta sicuramente tirando il fiato, paga la mancanza di preparazione e le condizioni non eccelse di molti dei suoi uomini chiave. Ma paga soprattutto la lunghissima serie di infortuni che ha condizionato le scelte di Di Napoli e acceso qualche interrogativo sulla reale potenzialità della squadra. Sul banco degli imputati è finito, come prevedibile, il reparto avanzato. L’attenuante della contemporanea assenza dell’ariete Tavares e del fantasista Gustavo basta solo in parte a giustificare l’involuzione. C’è, probabilmente, un problema più serio, di carattere tecnico, che poi è l’unico vero limite riscontrabile oggi nella squadra.