CAPO D'ORLANDO. Una Dinamo Banco di Sardegna demotivata, spaesata e senza idee rimedia una sonora lezione a domicilio da un’ottima Orlandina Betaland Capo d’Orlando, che domina il match dall’inizio alla fine e vince 81-88 dopo essere stata sopra anche di 16 punti. La partenza per Sassari è a handicap. Capo d’Orlando inizia a pieni giri e dopo pochi istanti è già sul 5-0. Il Banco non riesce a contrastare gli attacchi ospiti e soffre, ma appena stringe le maglie della difesa cambia il volto al match. tra uno strappo e l’altro, la prima frazione si chiude sul 19-18 per la Betaland. Nella seconda frazione Pasquini prova a incrementare il numero delle rotazioni, ma non trova risposte adeguate neanche dalla panchina. L’assenza di Stipcevic, infortunato, pesa sul piano mentale e i siciliani arrivano a +11 sul 47-36. Sulla sirena Spissu ci mette una pezza: si va negli spogliatoi sul 38-47. Dopo il riposo la Dinamo non riesce a cambiare il ritmo e si fa irretire da un avversario concentrato, motivato e ben organizzato. La terza frazione si conclude sul +15 per l'Orlandina: 71-56. Il pubblico di Sassari fischia: è rato che accada al PalaSerradimigni, ma l’involuzione psicologica, tattica e tecnica dei biancoblu è straordinaria. Anche nell’ultimo atto del match il divario non fa che aumentare di minuto in minuto. Al 34' si arriva al +16: 60-76. Per Sassari è notte fonda, ma il risultato del «derby delle isole» è soprattutto merito di Capo d’Orlando e di coach Di Carlo, che ha letto egregiamente lo spartito della sfida. A Sassari, invece, il tecnico Federico Pasquini finisce sul banco degli imputati insieme ai suoi giocatori.