Lo Stromboli si calma e Vulcano si agita. E nell’omonima isola, abitanti e operatori turistici sempre preoccupati dopo il calo del 30% nella recente stagione estiva e tra i provvedimenti che la giunta comunale guidata dal sindaco Riccardo Gullo ha già predisposto vi è l’apertura di una stradella per riprendere a scalare il cratere, grande attrattiva turistica che non è piu’ possibile effettuare da oltre un anno. La sollecitazione è stata fatta da isolani e operatori turistici nel corso di una nuova riunione con il primo cittadino eoliano. Si richiede anche la riapertura del laghetto termale che potrebbe dare una boccata d’ossigeno all’economia che ormai vive solo di turismo, visto che è frequentato da vacanzieri provenienti da ogni parte del mondo, ma da tre anni è ancora sotto sequestro dalla procura della Repubblica di Barcellona, per opere abusive. L’ultimo bollettino dell’Ingv di Catania fa emergere criticità sull’attività del vulcano. I dati di monitoraggio evidenziano che “lungo l’orlo sommitale, i valori di temperatura si mantengono stabili sempre su valori elevati. Il valore di riferimento settimanale per la massima temperatura di emissione è stato 369 °C. Il flusso di CO2 in area craterica si attesta su valori elevati. Il flusso SO2 sempre in cima al cratere è su un livello medio-alto ed in decremento. Nel pozzo Camping Sicilia si registrano valori elevati di temperatura. Nelle acque del pozzo Bambara il livello piezometrico e la conducibilità mostrano una moderata tendenza all’aumento. Sismicità locale: tasso di accadimento basso per gli eventi di più alta frequenza e molto basso per quelli a bassa frequenza. I dati della rete di stazioni clinometriche dell’Isola non hanno mostrato variazioni di rilievo per deformazioni. Secondo i vulcanologi “si rimarca in particolare il perdurare della pericolosità legata alla diffusione di CO2 dai suoli ed al conseguente accumulo in prossimità delle zone di emissione a mare, in zone sottovento, topograficamente ribassate, e soprattutto in luoghi chiusi, seppure i dati di monitoraggio abbiano mostrato che accumuli di CO2 con concentrazioni potenzialmente letali siano possibili anche in aree aperte. Il raggiungimento di tali livelli di CO2 appare comunque fortemente dipendente dall’intensità delle esalazioni dal suolo e dalle condizioni meteorologiche, entrambe fortemente variabili nello spazio e nel tempo, rendendo così estremamente difficile la prevedibilità di condizioni localmente pericolose”. “La condizione di intenso ed anomalo degassamento – proseguono i ricercatori dell’Ingv di Catania - nell'area della Spiaggia di Levante, Vasca dei fanghi e tratto di mare antistante, suggerisce un'attività elevata del sistema idrotermale locale ed una dinamica dei fluidi molto sostenuta, rendendo più elevata (seppure non quantificabile) la pericolosità da esplosioni freatiche in tutta la zona indicata. Eventuali variazioni dei parametri monitorati possono comportare una diversa evoluzione degli scenari sopra descritti. Si sottolinea che, per le loro intrinseche e peculiari caratteristiche, alcune fenomenologie vulcaniche possono verificarsi senza preannuncio o evolvere in maniera imprevista e rapida, implicando quindi un livello di pericolosità mai nullo”.