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Il ragazzo messinese ucciso in Germania, il pugliese fermato non parla con gli investigatori

Un altro giallo scuote famiglie di emigranti italiani: in Germania sono stati assassinati Cristian Zoda, 23 anni, nato in quel Paese da genitori messinesi (ma lui sul suo profilo Facebook scrive di essere «di Messina»), e la sua amica Sandra Quarta, 20 anni, originaria di Novoli, in Puglia. Per il duplice omicidio è stato arrestato Michele Quarta, 52 anni, zio di Sandra, su richiesta dell’ufficio del pubblico ministero di Hechingen. Abitavano tutti e tre ad Albstadt, cittadina di 45 mila abitanti a circa 100 km a sud di Stoccarda.

Michele Quarta era partito per la Germania dal paese in provincia di Lecce diversi anni fa e aveva raggiunto il fratello, il padre di Sandra. A Novoli, nel Salento, erano rimaste la madre dei due e una sorella. Il duplice delitto è ancora avvolto nel mistero anche perché l’indagato si è trincerato nel silenzio assoluto: l’unica cosa che ha raccontato a uno dei 30 poliziotti di Reutlingen che seguono l'indagine è stata dove trovare il corpo della nipote. L’aveva sepolto nel suo giardino. Nulla, invece, sul possibile movente dei due omicidi.

La vicenda comincia la scorsa domenica - 18 dicembre - quando Sandra sparisce da casa: sembra che abitasse nello stesso immobile dello zio, ma in un appartamento separato. Martedì cominciano le ricerche a terra con cani poliziotto e anche con l’ausilio di elicotteri dall’alto. Due giorni dopo Christian Zoda, che lavora nel ristorante del padre Ignazio, Viva la mamma, mette sul proprio profilo Facebook un annuncio con le foto di Sandra in cui si denunciava la scomparsa della ragazza. Nel post Christian affermava che l’ultimo segno di vita di Sandra risaliva alla domenica precedente e che la ragazza aveva lasciato «borsa, scarpe, giacca, occhiali, e cellulare a casa». Sandra «non ha contattato nessuno non è andata al lavoro», aveva scritto il ragazzo nel post, dove implorava: «Chiunque ha notizie, avverta subito la polizia».

Il giorno dopo, mercoledì alle 12 in Ziegerplatz, accanto al ristorante di famiglia, Christian viene ferito con alcuni colpi di arma da fuoco. Portato in ospedale, muore nel pomeriggio. Il delitto scuote la cittadina, dove già si era sparsa la voce della scomparsa di Sandra, ma in poco tempo, forse anche grazie alle indicazioni di alcuni testimoni, viene fermato Michele Quarta che sarebbe stato in possesso di una pistola. L’uomo viene interrogato e indica il luogo in cui sarebbe sepolta la nipote: il giardino. Intervengono per gli scavi gli investigatori specialisti per indagini geofisiche che recuperano il corpo della ragazza. Anche lei sarebbe stata uccisa con colpi di arma da fuoco.

La polizia tedesca ha perlustrato diversi luoghi scavando e ispezionando anche bidoni della spazzatura. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate da giornali online tedeschi, Michele Quarta era noto alla polizia per reati minori. Gli investigatori stanno appurando se avesse precedenti giudiziari all’estero.

Tante persone hanno deposto candele e fiori a Ziegelplatz e qualcuno ha attaccato su un palo della luce le foto delle due vittime. Per tutto il giorno c'è stato un mesto pellegrinaggio di parenti e amici in lacrime davanti quel lampione: sono andati anche Ignazio, il padre di Christian, che è divorziato, e le altre due figlie, Noemy e Valeria. La madre del ragazzo, Maria Antonia Cannarozzo, che è in Sicilia ed è in contatto con le figlie ieri ha detto: «Voglio la verità. Domani sarò in Germania».

Tutti i profili Facebook della famiglia Zoda sono listati a lutto. Noemy, la sorella minore, sul social ha scritto: «Fai buon viaggio amore mio... ti amo immensamente e lo farò sempre». La cugina del giovane, Lizzy Cannarozzo, dice: «Christian lavorava nel ristorante di suo padre. Viveva in Germania dall’età di 12 anni e stava col padre, perché i suoi sono separati. Non era il fidanzato ma a quanto ne so era un amico molto stretto di Sandra. Mio cugino non viene a Messina dal 2018, ma ci sentivamo. Era un giovane molto perbene e un gran lavoratore». Un amico di Christian, Anthony, scrive: «Non ci posso ancora credere che sei andato via cosi... non era il tuo tempo, era ancora troppo presto per te, avevi solo 23 anni... ma per qualche malaugurato caso la sorte ha voluto andasse così... mi mancherai tantissimo Christian, credimi, è davvero difficile accettarlo, eri come un fratello e adesso non ci sei più... ti voglio bene Cristianuccio, riposa in pace e veglia su tutti noi da lassù».

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