Una selezione accuratissima è quella della XII edizione del SalinaDocFest - Festival del documentario narrativo fondato e diretto da Giovanna Taviani che si svolgerà dal 13 al 15 settembre declinando il tema che quest’anno mette in campo una riflessione sul valore della comunità e sull’urgenza di ricostruire un orizzonte comune di valori condivisi. A partire da questa riflessione sono stati selezionati i titoli in concorso e l’intero programma del festival.
Saranno 6 i documentari del XII Concorso Internazionale Premio Tasca D’Almerita / Premio Signum del Pubblico. A decretare il vincitore la Giuria composta da Giorgio Gosetti, Felice Laudadio e Gianfilippo Pedote.
Si comincerà il 13 settembre con Beautiful Things di Giorgio Ferrero e Federico Biasin (Italia, 2017) in anteprima siciliana. A presentare il doc i due registi. Beautiful Things è Il ritratto di quattro luoghi remoti e di confine, dove gli uomini lavorano senza alcuna interferenza con il mondo esterno. Quattro microcosmi rappresentati da altrettanti capitoli e dai loro rispettivi protagonisti, padroni assoluti di altrettanti ambienti suggestivi e inaccessibili.
Van è un manutentore di pozzi petroliferi. Lavora nel deserto, all’interno di un grande giacimento in Texas. Danilo è capo macchina su una nave cargo. Andrea è uno scienziato. Ha passato la propria vita tra le camere anecoiche. Vito ha trascorso metà della propria vita gestendo slot machine. Oggi è il responsabile di un’immensa fossa di rifiuti. Ognuno di loro, a modo proprio, è testimone diretto e custode di una parte del ciclo di vita delle merci che con invasività inarrestabile marcano di giorno in giorno il nostro quotidiano.
Sempre il 13 settembre sarà presentato Happy Winter di Giovanni Totaro (Italia, 2017) che incontrerà il pubblico di Salina. Un documentario sulle famiglie che ostentano in vacanza un benessere perduto. Un'estate come tante al mare di Mondello, vicino Palermo. la spiaggia contesa a colpi di cabine e teli da mare stesi sulla sabbia rovente. A Mondello, ogni estate, ci si accaparra le cabine che, trasformate al loro interno, diventano mini-appartamenti, depositi, uffici di sindaci in divenire, ristoranti e sale giochi. Ciò che ne emerge è un coro di voci che alla crisi economica risponde con la nostalgia di un benessere ormai lontano.
L’attenzione al Mediterraneo e ai suoi conflitti sarà al centro di tre documentari in concorso che saranno presentati dai rispettivi registi il 14 e 15 settembre. Primo in ordine di programmazione La strada dei Samouni di Stefano Savona (Italia, Francia, 2018). Quello di Savona è un film sperimentale e suggestivo, che vede protagonista il conflitto israelo-palestinese raccontato anche, grazie, alle animazioni di Simone Massi. Al centro il massacro di 29 membri della famiglia dei Samouni da parte dell’esercito e dell’aviazione israeliana.
La storia è raccontata attraverso lo sguardo di una bambina, Amal, che è rimasta sotto le macerie creduta morta, ma che ha assistito all’uccisione della sua famiglia e alla distruzione dell’intero quartiere, allo sradicamento da parte dei carri armati degli ulivi e del grande sicomoro, simbolo del villaggio.
Il film di Savona competerà alla 91a preselezione degli Oscar grazie anche al premio Oeil d’or come miglior documentario, che viene assegnato ogni anno a Cannes. È il primo e unico premio francese riconosciuto dall’Academy che ha permesso al film di essere inserito nell’elenco ufficiale dei premi idonei per la preselezione agli Academy Awards.
Sempre venerdì 14 settembre sarà proiettato, in anteprima siciliana, Amal di Mohammed Siam (Danimarca, Francia, Germania, Egitto, Libano, Norvegia 2017). Un doc sulla disillusione della gioventù araba mostrata da una prospettiva tutta femminile. Il risultato è una storia intima e potente, densa di sogni ed emozioni. Amal è il racconto di formazione di un intero popolo.
Lei ha appena 14 anni quando scende in piazza Tahrir nel pieno della Rivoluzione egiziana. Protetta dal cappuccio di una felpa, non sembra avere paura e affronta ogni pericolo con spirito ribelle; non è forse un caso che il suo nome in arabo significhi "speranza". Seguendola lungo le vie del Cairo, vibranti di proteste, il film racconta la sua difficile crescita, la rabbia adolescenziale, i primi amori e i progetti per il futuro.
Il 15 settembre in anteprima siciliana arriva al SalinaDocFest Iuventa di Michele Cinque (Italia, 2018). Il documentario racconta l’emozionante avventura della nave Iuventa, che ha salvato migliaia di persone dal mare, a partire dalla prima missione nel Mediterraneo al sequestro avvenuto il 2 agosto 2017 nel porto di Lampedusa con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina da parte della Procura di Trapani, e confermato recentemente dalla Cassazione. Al centro il viaggio intenso e toccante di un gruppo di ragazzi tedeschi decisi ad andare a salvare vite umane nel Mediterraneo.
Ultimo dei documentari in concorso, il 15 settembre, La Spartenza di Salvo Cuccia (Italia, 2018) il doc arriva al SalinaDocFest come anteprima siciliana, in collaborazione con “Sciacca Film Fest”, dopo la proiezione in anteprima assoluta al “4° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, Immagini dalla Realtà” a Milano e sarà presentato a Salina dalla sceneggiatrice Federica Cuccia.
Il documentario si ispira alla autobiografia di Tommaso Bordonaro “La Spartenza”, edito da Einaudi, che vinse il premio Pieve 1990 per il miglior diario inedito. Spartenza significa separazione e partenza. Bordonaro scrisse i suoi diari a sessantacinque anni, dopo essere andato in pensione nel 1974.
Era emigrato nel 1948 negli USA e il documentario ci porta tra Bolognetta, nell'entroterra palermitano, e il New Jersey. La sua storia è un frammento della storia generale delle tante migrazioni, toccante e unica perché raccontata in prima persona da chi l’ha l’emigrazione vissuta. Il documentario parte dalla sua testimonianza arrivata a noi attraverso il libro e circa quattro ore di film privati.
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