Dopo 50 anni di abbandono rinascono a Messina, nella zona di Santo Stefano di Briga i terrazzi storici su cui, anziché viti o agrumi, viene coltivato il grano. Si tratta di una novità realizzata da Nino Crupi, che da 5 anni su 3 ettari coltiva grano Maiorca e Mongibello due eccellenze siciliane dai quali ricava anche la pasta.
I terrazzamenti veri e propri esempi di ingegneria e arte, furono costruiti dal nonno di Crupi, un lavoro grazie al quale si rendevano fruibili anche i terreni con pendenze significative e che oggi ridisegnano il paesaggio messinese. L’intero ciclo produttivo avviene a mano, dalla semina alla raccolta, e tutto diventa anche un momento didattico per far conoscere le tradizioni del luogo grazie ad un canale You tube (Terra di Santo Stefano) creato dall’agricoltore per diffondere i segreti del suo mestiere nell’attesa che i bambini tornino in azienda.
Crupi ha ripreso anche l’antico mulino di una sua zia, unica mugnaia del luogo che dopo vari secoli di funzionamento era fermo dagli anni 60, un altro investimento per far rinascere un luogo simbolo della zona. Si tratta di un esempio della cosiddetta agricoltura eroica - sottolinea Carmelo Tarantino, vicedirettore della Coldiretti di Messina - ma anche della ricchezza del territorio in termini di possibilità produttive di nicchia che si associano a quelle più ampie. Un modello produttivo che valorizza il territorio anche alla luce del ritorno in campagna dei giovani che cresce sempre più.
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