Messina

Sabato 04 Maggio 2024

Ecco chi sono i Paperoni dell'Ars: il più ricco è De Luca, seguito da Assenza e Geraci

Cateno De Luca
Martina Ardizzone
Giorgio Assenza
Salvatore Geraci, sindaco di Cerda
Edy Tamajo
Pippo Laccoto
Roberto Di Mauro
Carmelo Pace
Tiziano Fabio Spada
Carlo Auteri
Serafina Marchetta
Alessandro Aricò

Il Paperone dell’Ars è Cateno De Luca. Il leader della lista civica Sud chiama Nord che in campagna elettorale ha sedotto con gli slogan che inneggiavano alla rivoluzione sociale è di gran lunga il deputato più ricco fra i 70 che siedono a Sala d’Ercole. Ha dichiarato al fisco un reddito di 498.114 euro, oltre al possesso di 15 terreni e immobili e a una società di cui è anche amministratore unico. Dietro De Luca, ma con molto distacco, salgono sul podio due deputati di lungo corso del centrodestra: il capogruppo di Fratelli d’Italia, l’avvocato ragusano Giorgio Assenza, con 194.102 euro e il forzista etneo Nicola D’Agostino che ha dichiarato 179.104 euro. Ai piedi del podio si piazza un altro deputato dell’area De Luca: il sindaco di Cerda Salvatore Geraci, che ha un reddito di 156.167 euro e 12 fabbricati. L'ELENCO COMPLETO DEI REDDITI DEI DEPUTATI

I meno ricchi

All’ultimo posto della tradizionale classifica stilata in base ai dati ufficiali dell’Ars si è piazzata la giovane deputata del M5S etnea Martina Ardizzone, che ha dichiarato un reddito di appena 6.879 euro. La differenza abissale con gli altri 69 deputati è determinata dal fatto che la Ardizzone è alla prima legislatura: si è insediata quindi a novembre del 2022. Mentre la classifica appena pubblicata è fatta in base alle dichiarazioni presentate - come qualunque cittadino - tra giugno e novembre scorsi e che riguardano i redditi del 2021.

La pandemia non ha inciso

E tuttavia proprio questo fotografa ancora meglio le differenze fra i deputati e chi sta fuori da Sala d’Ercole. I redditi appena pubblicati dall’Ars sono quelli che gli onorevoli hanno maturato nel corso del 2021 che è anche l’anno che più di tutti è stato caratterizzato da misure legate alla pandemia che normalmente hanno contratto stipendi e proventi di liberi professionisti e commercianti. Di queste misure, appunto, i deputati non hanno risentito, al pari di un qualunque dipendente pubblico ma con cifre molto diverse: la media dei redditi in questo caso si attesta fra i 63.164 euro di Edy Tamajo (oggi assessore alle Attività Produttive ma all’epoca «soldato semplice» all’Ars) e gli 86 mila di deputati di lungo corso come il leghista Pippo Laccoto e l’attuale assessore all’Energia Roberto Di Mauro.

I neo deputati

Mentre la differenza con chi non aveva ancora uno scranno all’Ars nel 2021 è enorme. A parte il caso di Martina Ardizzone, vanno citati i redditi di quattro neo deputati che dichiarano redditi inferiori ai 20 mila euro: si tratta di Carmelo Pace (Dc) con 11.838, Tiziano Spada del Pd con 13.405, Carlo Auteri di Fratelli d’Italia con 16.574 e Serafina Marchetta della Dc con 18.373. In generale però la fascia dei neo deputati si attesta fra i 26 mila euro di Calogero Leanza (Pd), Fabrizio Ferrara (FdI) e Andrea Messina (neoassessore democristiano) e i 62 mila di un altro deputato della lista civica di area De Luca, Matteo Sciotto. Poco sotto c’è il forzista di Misilmeri Gaspare Vitrano, tornato all’Ars solo nel novembre del 2022 e che nel 2021 ha dichiarato 57.637 euro.

Gli incassi esentasse

Guardando i redditi dei deputati, in particolare di chi era già all’Ars nel 2021, c’è un altro dettaglio che colpisce subito. I redditi fanno riferimento a un anno in cui non era ancora scattato il maxi aumento da 900 euro al mese dovuto all’adeguamento al costo della vita che tante polemiche ha provocato a febbraio. E che ha portato le buste paga attuali a oltre 12 mila euro. Tuttavia nel 2021, secondo le tabelle dell’Ars, ogni deputato ha guadagnato di base 11.100 euro al mese per 12 mensilità. La somma lorda dovrebbe quindi portare a una dichiarazione dei redditi da almeno 133.200 euro. Come è possibile che tutti i deputati stiano sotto? E che la maggior parte si attesti fra i 66 mila e gli 87 mila? Il motivo è da ricercare nel fatto che una quota importante della busta paga è esentasse, non va quindi dichiarata. Ben 4.500 euro al mese sono infatti erogati dall’Ars a titolo di diaria. Dunque la base imponibile scende a soli 6.600 euro al mese. Un grosso vantaggio ai fini fiscali.

La classifica dei leader

Il primo assessore in classifica, al quindicesimo posto, è Alessandro Aricò (Infrastrutture) con 87 mila euro. Il presidente della Regione, Renato Schifani, all’epoca senatore, dichiara 113.968 euro ed è al settimo posto. Preceduto dal deputato del Pd Giovanni Burtone e in linea col neo deputato trapanese del Pd Dario Safina. Gianfranco Miccichè, all’epoca presidente dell’Ars, è dodicesimo con 98.226 euro. L’attuale presidente dell’Ars, il meloniano Gaetano Galvagno, ventitreesimo con 78.305 euro.

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