Messina

Venerdì 03 Maggio 2024

Dall’alba al tramonto, a Motta si rinnova il Rito della Luce

L’invito è di alzare gli occhi al cielo e rivolgerli alla luce. Un’esortazione all’uomo contemporaneo per spingerlo al “risveglio delle coscienze”. Un incitamento al viaggio, al cammino, alla trasformazione.In cima alla collina, nel territorio di Motta d’Affermo (in provincia di Messina), l’imponente “Piramide – 38° Parallelo”, opera di Mauro Staccioli, si veste di un ulteriore simbolo: simbolo di resistenza a quella politica istituzionale che non promuove più la conoscenza come valore di futuro. Nell’era dell’autoreferenzialità e della democrazia mortificata dall’arroganza di un potere egoista, mediocre e miope, la Piramide vuole affermare il potere della spiritualità e della trascendenza. Cima di una cima, diventa faro che irradia la luce della conoscenza, di cui le arti sono strumento indispensabile, e ammonisce il potere contemporaneo ad impegnarsi affinché le nuove generazioni possano ritrovare il senso di un corretto sentire.“La cultura e il sapere devono tornare ad essere strumenti di libertà e di democrazia.” Il Rito della Luce si rinnova anche quest’anno il 21 e 22 giugno e lo fa nella forma di un dono privato della Fondazione Fiumara d’Arte alla Sicilia e ai siciliani. Dall’alba al tramonto, il Rito seguirà il ciclo del Sole. “Bisogna restituire Anima per rigenerare Anima. Il tutto attraverso il cuore, tamburo di Bellezza”, spiega Antonio Presti, mecenate siciliano figlio della sua Utopia, che dal 1982 ad oggi ha realizzato sui Nebrodi il più grande parco di arte contemporanea a cielo aperto di tutta Europa. “Quest’anno, nel giorno del Solstizio d’estate - continua Presti - vedremo sorgere e tramontare il sole dallo stesso punto. Ci colmeremo di luminosità inspirando profondamente l’alba e restituiremo al tramonto quel lungo respiro luminoso. In questa restituzione d’anima e luce, offriremo al Cosmo una rigenerazione attraverso noi stessi. Il Rito sarà quest’anno sigillo del divenire: stesso punto di partenza, stesso punto d’arrivo e compimento”.Il Rito, infatti, segue il ciclo della luce: si nutre di essa dalla sua genesi al suo calare. Nutrendosi di quella stessa luce circolare - dall’alba al tramonto, tra cielo e terra - il Rito diventa rapporto con la luce universale per elevarsi con la purezza di un bambino che guarda meravigliato verso l’alto. La Piramide, alta trenta metri, è orientata a nord-ovest e spaccata da una fessura da cui entra il sole al tramonto. La sua corazza è realizzata in acciaio corten, un materiale che con il tempo si ossida fino ad assumere lo stesso colore ferroso della terra da cui sembra nascere. Ma è al calare del sole, quando il metallo si raffredda, che l’opera di Mauro Staccioli comincia a “parlare”. Crepitii ed echi prodotti dalle giunture che si raffreddano, assomigliano a parole rivolte ai visitatori.Durante il Solstizio d’estate, il giorno in cui la luce predomina sulle ore di buio, la Piramide potrà essere visitata. Una spirale al suo interno, realizzata con le pietre imponenti trovate durante i lavori di scavo, rafforza la missione della Piramide: “Restituire Bellezza” per “Essere semina universale”. Un appassionato canto d’amore della Terra per il Cielo, una tensione che vibra sin dalla radice. Non sono casuali neanche le coordinate geografiche del luogo. Collocata proprio sul 38° parallelo, la Piramide bilancia universalmente due opposti: da una parte la Corea, luogo di sofferenza e divisione, dall’altra la Sicilia che diventa così un luogo di unità e di pace.“Solo Artisti e Bambini vivono quest’intuizione e sanno meravigliarsi, ed è per questo che anche quest’anno - spiega Antonio Presti - verranno coinvolti poeti, musicisti, danzatori e tutte le Muse assieme agli studenti e agli artisti del territorio per celebrare il trionfo della Bellezza con uno sguardo puro”.Per l’occasione del Rito della Luce sarà possibile anche visitare la mostra fotografica “Luce e Segni” del giornalista e condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi che rimarrà aperta sino al 14 settembre. Quaranta scatti che ripercorrono il viaggio del visitatore attraverso le stanze del museo-albergo “Atelier sul Mare” realizzato dal mecenate siciliano Antonio Presti a Castel di Tusa, in via Cesare Battisti 4. Un percorso tra le venti camere progettate e create da diversi artisti internazionali col risultato di capolavori unici.
 
 
 
 
 
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