Messina

Sabato 27 Aprile 2024

"Luce e segni", prorogata a Castel di Tusa la mostra di Pepi

Prorogata fino al 10 dicembre la mostra “Luce e segni“ di Giovanni Pepi, allestita nelle Stanze dell’Atelier a Castel di Tusa. Meraviglia. Dell’obiettivo e del fotografo. Piccole passioni circoscritte nello scatto che diventano macroscopiche visioni: ognuna delle Stanze dell’Atelier sul mare di Castel di Tusa è un viaggio surreale nella bellezza che si srotola le chiome come una bella donna. Scioglie se stessa e avvia il percorso che conduce verso un universo nascosto - la visione dell’artista - che poi trasparirà soltanto dai particolari. Qui l’acqua, là il fuoco, laggiù ancora la pietra, più oltre le parole, poi i simboli, i segni. Ognuno degli artisti - Michele Canzoneri, Mario Ceroli, Paolo Icaro, Hidetoshi Nagasawa, la moglie dell’ex presidente francese Danielle Mitterand, il puparo e cuntista Mimmo Cuticchio, Antonio Presti il mecenate creatore dell’Albergo d’arte - ha lasciato la sua orma (testi a cura di Simonetta Trovato).
E Giovanni Pepi è andato alla ricerca di queste tracce: la sua mostra fotografica Luce e segni ha avuto talmente successo tra il pubblico - sia visitatori dell’Albergo che semplici ospiti - che Antonio Presti ha deciso di prorogarla fino al 10 dicembre.
«Pepi assume su di sé - spiega Presti - la disciplina e la devozione dell’artista, pur non nascendo tale; lo stupore è la sua bellezza, riesce a meravigliarsi di quello che fotografa e questo è bellissimo. Ha il valore di resistenza, crede nei linguaggi dell’arte e li asseconda con leggerezza: queste sue immagini hanno aiutato il pubblico a leggere le Stanze con occhio diverso».
Quaranta scatti in tutto che non riprendono gli spazi degli artisti, ma avviano un percorso parallelo di suggestioni di cromie e riflessi che regalano differenti punti di vista, coinvolgendo il visitatore in un turbinio di emozioni.
Venti sono le Stanze d’arte progettate per l’Atelier, ognuna ha una sua storia, un suo tempo di «assorbimento»; alcune sono di comprensione più immediata, altre inducono al pensiero ma scappano via tra una riflessione e quella successiva; altre ancora si rinchiudono orgogliose in se stesse.
Giovanni Pepi ha interpretato senza forzare la mano, suggerendo, cercando di seguire il percorso artistico dei diversi progetti.
I suoi scatti sono opere d’arte, a loro volta, «pienamente realizzate solo entrando e abitando la camera - sorride Presti -. La presenza e l’uso delle stanze sono parte integrante e fondamentale di esse».
«Ho scoperto l’Atelier e la Fiumara a cose fatte - racconta Pepi -. Quando le ragioni dell’arte si si erano già imposte sui torti della politica. Pensavo ad una vacanza nello “strano” albergo voluto da un mecenate “matto”. Ho vissuto, invece, un indimenticabile incanto. Ogni stanza nasconde un’idea, un progetto, una visione, un sogno. Niente di uguale si vede da una porta all’altra».
La mostra, organizzata dalla fondazione Fiumara d’Arte, con la collaborazione di Donatella Aiosa, ha come sponsor il Comune di Tusa, il Giornale di Sicilia, Carti Sud, Casaleni, Cottanera, Di Noto Sicily, Donnafugata, Banca Don Rizzo, Fratelli Gallo, La Fiumara, Panificio Portera, Sammataro, Sapori e tradizioni Santino Miceli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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