di EMILIO PINTALDI MESSINA. Mentre a Roma gli abitanti protestano per la presenza del centro immigrati, a Messina nel rione Camaro, la gente solidarizza con i piccoli profughi e protesta per l'imminente chiusura di Casa Mosè. Sit-in della gente del quartiere davanti alla struttura gestita dall'Aibi, l'Associazione amici dei bambini. Da ieri vengono inscenati cori e vengono esposti striscioni. Al centro della manifestazione l'annunciata chiusura del centro di accoglienza. Lo stop è dovuto al mancato stanziamento da parte del Comune del contributo girato dallo Stato. Da 11 mesi le fatture dell'Aibi non vengono pagate. Il Comune dice di non aver incassato ancora i soldi dello Stato che sono stati comunque annunciati e di non poter provvedere ad una eventuale anticipazione in quanto non è ancora stato approvato il bilancio. Così l'Aibi è costretta chiudere. Casa Mosè, negli ultimi dodici mesi, ha dato ospitalità a circa un centinaio di Misna, i minori non accompagnati. Attualmente ci sono una ventina di ospiti, tutti di un'età compresa tra i 12 e i 16 anni provenienti dai paesi africani più disparati: dal Ghana al Ghambia. La struttura che ospita Casa Mosè era adibita un tempo ad asilo ed è stata poi ceduta dalle suore Immacolatine all'Aibi, un'organizzazione no profit non governativa che ha sedi in tutt'Italia. Assieme ai posti letto dei piccoli immigrati andranno in fumo i posti di lavoro delle educatrici assunte a tempo indeterminato. L'Aibi si occupa anche dell'affidamento temporaneo dei minori alle famiglie. Numerose le famiglie che a Messina hanno accolto i piccoli profughi.