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Messina, matrimoni falsi per regolarizzare gli immigrati: 4 in carcere, uno sfugge all'arresto

Diecimila euro per un permesso di soggiorno e fino a tremila per il finto coniuge, ingaggiato da una banda che aveva messo in piedi un meccanismo complesso ma efficace per permettere a cittadini extracomunitari di restare in Italia. Solo che, talvolta il «coniuge» non era in grado, come Gerard Depardieu nel film Green Card, di raccontare la quotidianità della coppia e si tradiva. Il sospetto delle autorità, a quel punto, si è trasformato in indagine investigativa, che a Messina ha portato a cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento di immigrazione clandestina.

Le indagini, condotte dalla squadra mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale della città dello Stretto, vedono coinvolti almeno altre due persone attive in Francia. A capo della banda c'era un cittadino marocchino, residente a Messina, che attraverso due italiane procurava le finte spose e metteva in scena, in ogni dettaglio, le nozze, con relativo ingaggio in denaro per i partecipanti.

Il pacchetto offerto dalla banda era all-in: dalla trafila amministrativa propedeutica alla cerimonia presso i vari consolati al reclutamento di falsi testimoni e al reperimento di alloggi per simulare la coabitazione in vista dei controlli successivi. Nulla, spiegano gli investigatori, era lasciato al caso: venivano acquistate fedi del valore di 15-20 euro, anticipate le spese per l’acconciatura e l’abito, seguite le pratiche per il divorzio dai matrimoni fittizi precedenti per riacquistare lo stato libero. E anche nell’ipotesi in cui la richiesta di soggiorno fosse stata rigettata, la banda si premurava di seguire tutta la procedura per il ricorso.

Il gip ha convalidato gli arresti, cui è riuscito a sfuggire un cittadino extracomunitario. Uno degli arrestati invece è stato rintracciato in Liguria, ad Imperia.

 

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