I finanzieri del Comando provinciale di Napoli, coordinati dalla procura di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa frequentati, emessa a carico di un 59enne nato e residente a Portici (Napoli), per il reato di tentata estorsione. L’uomo, già condannato definitivamente per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso, avrebbe «posto in essere atti di violenza e minaccia» nei confronti del direttore commerciale di un consorzio di Roma a seguito di un investimento di oltre 1,5 milioni di euro in un’operazione immobiliare nella provincia di Messina che prevedeva la costruzione di cinque villette. Risultato infruttuoso l’investimento, l’indagato avrebbe richiesto, in più occasioni, all’interessato la restituzione di una somma (7 milioni) di gran lunga superiore a quella investita, con minacce pronunciate in presenza di altre persone e anche con l’uso di una pistola all’interno di un bar della capitale.
Contestualmente all’esecuzione della misura, militari del Gico del nucleo di polizia economico finanziaria di Napoli hanno perquisito due appartamenti e un’auto di proprietà dell’indagato, che non risulta aver presentato dichiarazioni dei redditi dal 2006. Oltre a 660.000 euro in contanti, assegni post-datati per 130.000 euro, 3 reperti archeologici, 15 orologi di lusso e 2 cellulari, sono state sequestrate 2 pistole semiautomatiche modificate, comprensive di caricatore con cartucce, 3 pistole revolver comprensive di cartucce, di cui una con matricola abrasa e una modificata, circa 200 munizioni di vario calibro per arma corta. Di conseguenza il 59enne è stato arrestato per detenzione abusiva di armi clandestine e ricettazione e rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Sono in corso ulteriori approfondimenti e analisi di tipo balistico sulle armi e sulla documentazione acquisita nel corso delle perquisizioni.
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