SAN MARCO D'ALUNZIO. San Marco d'Alunzio, si appresta a vivere giorni di intensa spiritualità: una tradizione secolare vuole che l' ultimo Venerdì di Marzo si festeggi il seicentesco Crocifisso custodito nella Chiesa “Ara Coeli”; questa ricorrenza, che apre in Sicilia i riti della Settimana Santa, è la più sentita dal popolo aluntino e vede emigrati e pellegrini accorrere con fede nel piccolo borgo. A dominare la scena, in questi giorni solenni, è la sontuosa scultura lignea di Gesù in Croce, opera di Scipione Li Volsi del 1652. Sulla realizzazione della statua, di straordinario vigore espressivo, non a caso si tramanda una leggenda: lo scultore, pur non avendo avuto alcuna difficoltà nel modellare il corpo, al momento di realizzare il capo del Crocifisso, dopo aver tanto lavorato invano, stanco e scoraggiato si addormentò, al risveglio, trovò il volto già scolpito. Più che una Festa, quella del SS. Crocifisso di Ara Coeli, è da intendersi come una celebrazione interamente dedicata alla contemplazione della passione di Gesù; dunque niente spettacoli pirotecnici o cantanti, poche le bancarelle, soltanto un corpo musicale a solennizzare gli eventi. Ad aprire le celebrazioni del Venerdì è la S. Messa delle 9.00 seguita dalla Coroncina contemplante le cinque piaghe del Corpo di Gesù; alle 11,00 poi, la S. Messa Solenne alla quale segue una breve processione del Corpus Domini lungo il perimetro esterno della Chiesa. Riposto Gesù Eucaristia nel tabernacolo, si procede alla deposizione della statua di Gesù Crocifisso e della tela raffigurante la Vergine dei Sette Dolori dal proprio altare; la Croce attraversando le navate laterali della chiesa, sostenuta da decine di mani protese, giunge fin sul sagrato; qui, sistemata sul fercolo insieme al quadro della Madonna, viene consegnata ai Babbaluti. I 33 “Babbaluti“, tanti quanti sono gli anni di Cristo, sono fedeli (uomini e donne) che indossano un saio blu con un cappuccio chiuso che lascia scoperti solo gli occhi e con ai piedi solo pesanti calze di lana o di cotone lavorate a mano. Essi hanno semplicemente il ruolo di condurre in spalla il fercolo, la loro comparsa dunque è assolutamente limitata al tempo della processione (durante la S. Messa solenne, questi ultimi si recano in una chiesetta vicina per indossare il saio, quando la statua del crocifisso è già posizionata sul fercolo all'esterno della chiesa, i Babbaluti uscendo in fila per due giungono sul sagrato, prendono in spalla il fercolo e conclusa la processione, tornano a svestirsi nello stesso luogo). Assumono, in sostanza, ruoli completamente diversi da quelli dei Giudei di San Fratello, ai quali vengono spesso erroneamente paragonati. Coloro che decidono di vestire il saio blu, adempiono ad un voto, ad una promessa e nascondendo il proprio volto è come se volessero cancellare per qualche ora la propria identità, per sfuggire ad atteggiamenti di orgoglio ed esibizionismo, per passare inosservati agli sguardi curiosi della gente, agli obiettivi dei fotografi, per finalmente creare un intimo dialogo esclusivamente tra se stessi e Gesù e così affidare direttamente a Lui le proprie richieste. Essi, recando in spalla il fercolo con Gesù e la Madonna, attraversano le vie del paese, lasciando l’eco di una lamentosa invocazione che penetra nel più profondo dei cuori: “Signuri, misericordia, pietà!”. Al rientro della processione in chiesa, il fercolo viene temporaneamente sistemato nella navata centrale. Le solenni funzioni riprendono nel pomeriggio, alle 16, quando il popolo stretto attorno al Crocifisso, contempla le 14 stazioni della Via Crucis. Concluso il pio esercizio della Via Crucis, la statua del Crocifisso ed il quadro della Madonna vengono posti nel sepolcro (nel dialetto locale: “sapurcru“), un grande mausoleo che si innalza da terra fino alla cupola adornato con drappi rossi e gialli ed illuminato da centinaia di candele, realizzato ogni anno in occasione della festa, proprio dietro l’altare della mensa, per ospitare Gesù e Sua Madre fino all’indomani. L’ultimo appuntamento è fissato per la sera, alle 20, con l’ascolto della parola di Dio, la recita dei Salmi ed il canto dell’Inno alla Croce, ai piedi del sepolcro di Gesù Crocifisso. L'indomani, è la Giornata della Sofferenza, alle 10,00 la S. Messa dedicata agli ammalati e diversamente abili. Al termine della S. Messa Gesù e la Madonna deposti dal sepolcro si condurranno nella cappella ove sono normalmente custoditi, prima, però, il crocifisso scenderà ad “abbracciare” i più bisognosi, e soltanto dopo aver percorso le navate della Chiesa, verrà riposto. Video tratto dal canale Youtube "Roberto Patroniti"