Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha annunciato le sue dimissioni a causa dello scontro nato in senso al Consiglio comunale sull'approvazione dello statuto per l'Agenzia del risanamento.
De Luca è accusato di perdere tempo e di avere accumulato ritardi nell'iter burocratico di approvazione. Risponde alle accuse pubblicando un video sulla sua pagina Facebook, annunciando un comizio in piazza Duomo a Messina il 30 settembre.
Il voto sulla delibera per l'Agenzia del risanamento è invece fissato nella seduta del 4 settembre.
''La democrazia è confronto ed anche scontro e richiede i suoi tempi ed io ne sono consapevole - dice il sindaco - Non posso accettare però che la democrazia sia un interminabile rito che genera sfiducia e danni irreversibile a causa delle decisioni assunte in ritardo o, peggio ancora, a causa di decisioni non assunte''.
De Luca ha deciso di abbattere le baraccopoli post terremoto del 1908 che sorgono in rioni come Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro-Bisconte, Fondo Saccà, Gazzi-Fondo Fucile-Rione Taormina, Santa Lucia-San Filippo e San Filippo Superiore-Bordonaro. Gran parte delle baracche sono state abbattute dagli stessi abitanti nel corso degli anni ricostruite alla buona con tetti in lamiera, eternit, con impianti non a norma, dove permane il degrado, oggetto di compravendite tra poveri.
Era uno dei punti su cui ha basato la campagna elettorale denunciando il fallimento di Stato e Regione: ''Eliminerò le baraccopoli con la costituzione e l'avvio dell'Agenzia comunale per il risanamento e la riqualificazione urbana della città di Messina prevista dall' articolo 62 della legge di stabilità regionale 2018 grazie al mio intervento" De Luca alcune settimane fa ha annunciato di essersi messo in moto per eliminare lo ''scandalo secolare'' cercando soluzioni per eliminare il degrado socio-abitativo.
Ha cominciato il censimento per chiedere lo stato di emergenza. E ora non accetta che il consiglio comunale non segua i suoi tempi per risolvere il problema. ''Di fronte ad un corpo moribondo - scrive il sindaco - vi immaginate la discussione tra medici che non trovano l'accordo sulla cura? La discussione sicuramente è giusta ma i protagonisti, pur sapendo che il paziente rischia di morire da un secondo all'altro, preferiscono non intervenire perché non vogliono assumersi la responsabilità dell'errore o dell' inadeguatezza della cura che potrebbe rivelarsi fatale''.
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