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Teatro Vittorio, commissariamento a un passo

L'assessorato regionale al Turismo potrebbe azzerare quel che resta del consiglio di amministrazione, sin dalla prossima settimana

MESSINA. Il teatro Vittorio è ormai prossimo al commissariamento. L'assessorato regionale al Turismo, retto dal messinese Daniele Tranchida, potrebbe azzerare quel che resta del consiglio di amministrazione, sin dalla prossima settimana. Passata la sbornia della compilazione delle liste, che sta tenendo impegnati giorno e notte, politici e amministratori, si metterà mano a questa spinosa questione. In città è già scattato il totonomine. C'è chi fa il nome del presidente dell'Anicagis Egidio Bernava, gestore di alcune sale cinematografiche e di spazi teatrali privati, buon conoscitore della realtà territoriale siciliana. C'è un solo particolare, Bernava, non rientra o non rientrava nella lista dei fedelissimi della compagine di governo (Fli in testa), che sosteneva Lombardo ed è inoltre un tecnico esterno. Per nominare un esterno c'è bisogno di consultare la commissione dell'assemblea regionale e di ottenere poi il via libera della giunta provinciale. In piena campagna elettorale significherebbe attendere la prossima legislatura. E' più facile a questo punto che venga nominato un dirigente della Regione. Per una nomina interna occorre soltanto invece il decreto dell'assessorato.
Intanto, sulla situazione debitoria del Vittorio, si registra una presa di posizione degna di nota. Un creditore ha deciso di cancellare il debito. Si tratta di Massimo Mollica regista ed attore messinese, indimenticato interprete del mafioso Don Vito Cascio Ferro nello sceneggiato televisivo Petrosino. "Voglio essere vicino al Teatro in modo concreto" dice Mollica nella lettera con cui rinuncia da amministratore dell'Associazione Compagnia Stabile Teatro di Messina al compenso che riguarda uno spettacolo che si è tenuto nel 2011.: 6.000 euro più Iva, per lo spettacolo "Classe di ferro", andato in scena al Teatro Vittorio Emanuele il 21 dicembre 2011. Mollica, dal canto suo, ha pagato Siae, attori, tecnici e operai.
"Tale rinuncia - scrive - vuole essere un atto concreto di partecipazione e di solidarietà da parte di chi ha sempre fatto teatro a Messina nei confronti del teatro di Messina, unica istituzione cittadina nel settore dello spettacolo, in un momento di crisi economica, causata anche dai tagli al finanziamento regionale".
Mòllica ha aggiunto: "Credo che alle volte i gesti simbolici non bastino e bisogna impegnarsi nella rinuncia a qualcosa. Ma soprattutto mi auguro che l'E.A.R. Teatro di Messina superi presto questo momento e continui con la sua attività, vitale per la nostra città".  

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