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Porta San Michele nel degrado A Patti pronti i piani di recupero

L'assessore al centro storico: aspettiamo il via libera dai tecnici della Regione

PATTI. Dopo diversi anni di inutili richieste di intervento si apre finalmente un primo passo concreto verso la salvaguardia, messa in sicurezza con relativa riqualificazione di tutta l'intera area della "Porta San Michele". Si tratta di uno dei più importanti monumenti della storia ultra millenaria della città. Infatti, la valenza storica della sua struttura muraria risalente al XIV secolo, oltre a rappresentare una testimonianza importantissima è anche un monumento arabo-normanno da tutelare tanto che è attenzionata dalla Soprintendenza. Inoltre era una dei cinque accessi che a partire dai tempi del medioevo e sino alla fine dell'ottocento permetteva ai cittadini degli altri paesi di poter entrare al suo interno.
"Posso anticipare che, accogliendo le ripetute richieste di pronto intervento avanzate dall'amministrazione e dal mio assessorato, i dirigenti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina, hanno redatto e quindi trasmesso all'Assessorato Regionale, il verbale dei lavori, indispensabili ed urgenti che bisogna eseguire per salvaguardarla. Il tutto accompagnato dal relativo progetto, per chiedere l'approvazione definitiva ed il relativo finanziamento per un importo complessivo di 50.000 euro", dice l'assessore al centro storico Nicola Molica, rispondendo direttamente alle richieste avanzate in tal senso dall'opposizione in seno al civico consesso. E annuncia: "Nell'attesa che ciò diventi realtà, per l'immediato abbiamo chiesto alla Soprintendenza, tramite nota ufficiale, l'autorizzazione che dovrebbe arrivare a giorni per eliminare completamente le sterpaglie che si trovano all'esterno della porta. Per quanto riguarda invece la parte interna, la pulizia sarà fatta in sinergia e sotto la guida dei tecnici dell'ente culturale. Infatti, occorre adottare dei metodi particolari per evitare che tirando le radici si possano rovinare le basi su cui poggia la porta". Già nel 1975 si era posto un problema simile e l'allora soprintendente di Catania, dalla quale dipendeva la sezione architettonica, non avendo assunto alcun provvedimento, il comune fu costretto ad intervenire con gente esperta per evitare il peggio. 

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