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Malfa, porto esposto a mareggiate: «L’opera deve essere completata»

Quasi tredici milioni stanziati negli anni ma i lavori sono fermi dopo la rinuncia dell’impresa Sigenco

MALFA. Quasi 13 milioni stanziati dalla Regione per il porto rifugio del piccolo comune di Salina, ma l'opera incredibilmente rischia di rimanere una "incompiuta". Il primo finanziamento dell'assessorato regionale dei lavori pubblici è stato di 4 milioni e 800 mila euro. Neanche il tempo di completare il primo lotto, che è giunto il finanziamento del secondo lotto: ben 8 milioni di euro. Per il primo intervento, i lavori se li era aggiudicati la ditta Sigenco di Catania. Iniziati nel 2008 - vi sono stati danni causati dalle mareggiate invernali che più volte hanno spazzato i cassoni - la ditta, dopo un contenzioso con la Regione, ha rinunciato a completare l'opera. Così si è dovuto attivare il sindaco Salvatore Longhitano e ora si è in attesa di una conferenza di servizi anche per prediposrre una variante. Lo stesso sindaco è in attesa che la Regione chiarisca se si dovrà fare una nuova gara d'appalto, o se i lavori, per il primo lotto, li potrà proseguire la ditta che è giunta seconda. Tutto pronto, invece, per il secondo lotto. I lavori se li è aggiudicati una ditta di Barcellona. Ma non potrà iniziarli, se prima non si completerà il lotto già in costruzione. Secondo i programmi della giunta Longhitano, l'opera potrà essere utilzzata come porto rifugio per i pescatori e d'estate anche per i diportisti. "Il problema - riferiscono alcuni cittadini - è se il porticciolo riuscirà a resistere alle mareggiate invernali, tenuto conto che più volte si è tentato di realizzare una struttura portuale, ma il mare ha sempre spazzato tutto". Non è un caso che Malfa è l'unico dei tre Comuni di Salina ove non attraccano aliscafi e traghetti e gli isolani per partire o arrivare devono recarsi a Santa Marina o Rinella (Leni). Il rischio, quindi, è che al danno dello stop forzato ai lavori si possa aggiungere l’irreparabile causato dai marosi invernali. Un ulteriore motivo per sedersi attorno a un tavolo con il presidente Crocetta.  

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