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A Canneto di Caronia c'è incredulità
sulle indagini sul presunto piromane

CARONIA. Si ritrovano seduti sotto la solita tettoia, quella che da luglio li ospita. Abitanti e residenti di Canneto di Caronia, sono increduli, costernati. La notizia dell'avviso di garanzia a Giuseppe, per tutti Peppe, iscritto nel registro degli indagati per i reati di incendio e danneggiamento seguiti da incendio continuato, ha scatenato reazioni a catena. La mano umana che aleggia su via del mare potrebbe avere il volto del giovane 26enne? "Mio nipote - urla la nonna Lorenzina Di Pane - era con me al supermercato mentre a casa di mia cognata Catena bruciava improvvisamente un ombrellone. In tanti momenti in cui qui scoppiavano incendi lui non era presente". Lorenzina, non riesce a trattenere le lacrime, soffre e si alza nervosamente, passeggia tra elettrodomestici bruciati e mobili distrutti, macerie di case ormai vuote. "Peppe è stato sempre a Canneto - racconta l'imprenditore Salvatore Rossello - è stato il primo a spegnere le fiamme, a prendere in mano gli estintori per aiutare tutti. Ha protetto - continua Rossello - anche noi, padri di famiglia, per evitare che ci facessimo del male. Una volta è scivolato dalle scale, ferendosi ad un piede e più volte si è ustionato".

Il padre di Peppe, Nino Pezzino, l'imprenditore 54enne portavoce di via del mare, non vuole parlare. Ostenta serenità, ma è un padre, provato da una brutta malattia e preoccupato. Suo figlio, che tra le altre cose è stato ricoverato 10 giorni lo scorso agosto per intossicazione, è indagato. Un colpo al cuore per chi da venti giorni, dorme su una branda all'aperto per controllare quel che resta della sua casa e delle altre di Canneto.

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