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Il piano di riequilibrio a Messina: "Necessaria la verifica degli atti"

MESSINA. Dovrà aspettare ancora l'amministrazione comunale per il via libera in Consiglio del Piano di riequilibrio decennale riveduto e corretto. I Democratici riformisti hanno stoppato tutto perché non sono ancora stati approvati dall'aula i contratti di servizio di Amam e Atm che non fanno parte della delibera.  Richiesta accolta che rinvia ancora l'invio dei documenti al ministero degli Interni per far partire l'operazione 2014-2023 con il prestito statale da 70 milioni di euro che eviterà il dissesto in cambio di tagli e risparmi. Il primo anno, il 2014, è già terminato ma il vicesindaco Guido Signorino ha segnalato che il Comune ha saputo risparmiare i 18 milioni di euro richiesti e previsti dal Piano. «Dall'esame degli atti - formalmente corretti secondo le osservazioni del Collegio dei Revisori - che la giunta chiedeva si approvassero, a seguito delle "23 criticità" evidenziate dal ministero dell'Interno - dice il coordinatore cittadino dei Dr, Salvo Versaci - è emersa la necessità di verificare gli atti che sostengono il Piano di riequilibrio e che, legittimamente, dovrebbero essere votati prima: sia perché propedeutici, costituendone requisiti giuridici essenziali, sia perché fattori di successo che, dal punto di vista sostanziale, non possono essere tralasciati rispetto a valutazioni che implicano scelte dirette a vincolare il futuro della città per i prossimi dieci anni». Secondo i Dr ”il reale risanamento dell'Ente non può prescindere da una riorganizzazione delle modalità gestionali della macchina amministrativa attraverso una rivisitazione totale, che si liberi di prassi consolidate e antieconomiche e che progetti modalità operative innovative ed efficienti. Anche in tal senso, è indispensabile l'esame degli atti definiti "fattori di successo" ma, per noi, propedeutici e intrinsecamente connessi al piano di riequilibrio stesso".

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