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Muore neonato di 38 giorni, il primario: "Abbiamo fatto il possibile"

Il responsabile dell'Unità operativa di Neonatologia e Utin dell'ospedale siracusano, Massimo Tirantello, sottolinea che "sono state messe in atto tutte le procedure assistenziali per la sopravvivenza del neonato".

PALERMO. In riferimento alla vicenda del piccolo Mattia - il bimbo nato prematuro e morto due giorni fa al Policlinico di Messina dove era stato trasferito dall'Utin dell'Umberto I di Siracusa - il responsabile dell'Unità operativa di Neonatologia e Utin dell'ospedale siracusano, Massimo Tirantello, sottolinea che «nel caso di una prematurità estrema in condizioni gravi sin dalla nascita, sono state messe in atto tutte le procedure assistenziali per la sopravvivenza del neonato», venuto alla luce lo scorso 20 gennaio.

«Tuttavia, scientificamente sappiamo che la prematurità estrema - spiega Tirantello - può determinare numerose complicazioni che talvolta possono essere gravi e irreversibili sino a mettere a rischio la vita del piccolo paziente stesso. L'aggravarsi delle condizioni generali di Mattia, purtroppo, ha reso necessario il suo trasferimento in un centro dotato di ventilazione ad alta frequenza ed ossido nitrico».  «Siamo pronti - conclude il medico - a fornire ogni collaborazione utile alla magistratura al fine di chiarire l'esatta dinamica dell'evento».

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