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"Concussione, abuso d'ufficio e falso", Cateno De Luca assolto a Messina

Cateno De Luca

MESSINA.  Cateno De Luca, l’enfant prodige della politica siciliana, ha gettato in fondo al mare messinese, almeno per ora, la pesantissima zavorra di un processo che durava da 5 anni per una presunta speculazione edilizia, in cui avrebbe anche favorito imprese legate alla sua famiglia, nel suo comune Fiumedinisi dov'è stato sindaco due volte. Assolto per l'accusa di abuso d’ufficio, non doversi procedere per prescrizione per tentativo di concussione e falso, ha deciso la seconda sezione penale del tribunale dello Stretto.

E dopo la lettura della sentenza un boato, tra grida di gioia e applausi, è esploso nell’aula di giustizia con De Luca in lacrime, abbracciato dalla moglie, che ha alzato le dita a V in segno di vittoria. E in serata amici e sostenitori si sono riuniti sotto il balcone di De Luca per festeggiare ancora. Il neodeputato però ha ancora attaccata al piede una zavorra non da poco: è agli arresti domiciliari, da mercoledì scorso, a due giorni dal voto regionale che lo ha portato per la terza volta a palazzo dei Normanni, per associazione per delinquere e evasione fiscale da un milione 750 mila euro che avrebbe portato a termine con la sua creatura imprenditoriale: la Federazione nazionale autonoma piccoli artigiani che fece nascere nel '92 e di cui è direttore generale.

Alla Fenapi sono collegati il Caf, il patronato Inapi, l’ente di formazione professionale Enfip e il Cipalf (Centro internazionale per le politiche attive per il lavoro Fenapi): in questo reticolo di società, dice l’accusa, De Luca avrebbe escogitato un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie per evadere le imposte. L’inventiva certo non manca al politico di 45 anni che a 14 anni era iscritto ai pulcini della Dc, a 18 era consigliere comunale di Fiumedinisi, a 22 assessore, a 31 sindaco a 34 deputato regionale, rieletto nel 2008, nel 2012 eletto sindaco di Santa Teresa Riva e poi rieletto domenica scorsa all’Assemblea regionale siciliana.

Dopo le lacrime in aula De Luca ha detto: «In questo tribunale ci sono giudici onesti e altri meno. Ho sempre denunciato il verminaio e continuerò a farlo».
E poi mentre in auto tornava ai domiciliari ha ancora una volta usato Facebook per dire la sua annunciando che forse non si avvarrà della prescrizione e andrà avanti in appello: «Ho subito in 7 anni 15 procedimenti penali, sono stato assolto o le accuse sono state archiviate. Voglio la giustizia giusta ed essere assolto».
«Non accetto di essere definito dagli improvvisati grillini e da quell'ignorante di Salvini come impresentabile - dice De Luca, ancora commosso - Il leader leghista è venuto anche ai nostri convegni Fenapi e voleva lui che io entrassi nella Lega. Sfido Salvini e Grillo sulla buona politica. Io non sono un politico sono un amministratore ho fatto del buon governo la base della mia attività».

«Sono ancora in stato di detenzione ma mi difenderò anche da questa ignobile accusa - prosegue nel video. Dopodiché mi auguro che la politica prevalga sull'infamia della calunnia. Chi fa politica si deve confrontare sui temi politici e smetterla di appioppare patenti di moralità solo per nascondere la propria imbecillità politica e amministrativa». In caso di condanna il parlamentare regionale rischiava di essere sospeso per 18 mesi dall’Ars (legge Severino).

Tre giorni dopo il voto è stato arrestato per evasione fiscale ma questo non pregiudica l'ingresso a palazzo dei Normanni appena gli verranno tolti i domiciliari. Il primo dei non eletti della lista provinciale Udc Sicilia vera, quella di De Luca, è Danilo Lo Giudice un ''fedelissimo» del neo deputato. De Luca ha annunciato di volersi candidare a sindaco di Messina e per farlo dovrebbe dimettersi dal parlamento siciliano. Lasciando quindi il seggio al suo uomo.

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