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Abbattuta una parte di una palazzina del '700 a Messina, la furia di Sgarbi

MESSINA. «Abbattere una facciata del '700 per realizzare un obbrobrio di parecchi piani è da delinquenti. Le responsabilità sono della Soprintendenza e dei magistrati». Lo dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, commentando quanto accaduto nei giorni scorsi in una palazzina di largo Avignone, a Messina, che aveva resistito al terremoto del 1908. La distruzione della facciata è stata operata da parte di privati che hanno affermato di averlo fatto dopo una sentenza del Tar che gli permette di realizzare un palazzo di diversi piani, denominato «Torre imperiale», progettato dall’ingegner La Galia e dallo studio La Spina, che prevederebbe il mantenimento di alcune parti del manufatto e l’abbattimento di altre.

Il Comune ha bloccato il cantiere e l’assessore ai Lavori pubblici Sergio De Cola ha dichiarato che non era stata data nessuna autorizzazione e concessione edilizia. «E incredibile - continua Sgarbi - quel palazzo andava vincolato e l’errore è stato del precedente soprintendente di Messina Salvatore Scuto, che ha dato un parere allucinante favorevole all’abbattimento. Anche i magistrati hanno le loro responsabilità perché dovevano prima accertarsi se quel il parere di Scuto fosse giusto. Così come l’attuale soprintendente, Orazio Micali, doveva subito mettere il vincolo. Il prossimo 18 gennaio sarò a Messina e deciderò se cacciare il soprintendente attuale e verificare quale danno è stato fatto e di chi sono le responsabilità».

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