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Lipari celebra l'antifascismo ricordando i confinati sull’isola: un percorso per fare memoria

Si parte da Marina Corta, luogo di arrivo e di partenza dei confinati, si attraversa la salita San Giuseppe, e poi le vie Maddalena, S. Anna e Ponte. Sono i i luoghi della celebre fuga di Fausto Nitti, Carlo Rosselli ed Emilio Lussu

Il 25 aprile nell’anniversario della Liberazione si è celebrato tra memoria, futuro e luoghi. E ispirandosi proprio ai luoghi, con partenza da Marina Corta sono state ripercorse le orme degli antifascisti confinati sull’isola. Con il Centro studi eoliano hanno anche collaborato le associazioni esistenti sul territorio, dal magazzino del Mutuo Soccorso a Villa Santa Lucia ed in particolare l’Istituto Isa Conti Eller Vainicher diretto dalla dirigente Tommasa Basile.

Il percorso conduce sui luoghi più significativi del periodo del confino antifascista. Si parte da Marina Corta, luogo di arrivo e di partenza dei confinati, si attraversa la salita San Giuseppe, e poi le vie Maddalena, S. Anna e Ponte. Sono i i luoghi della celebre fuga di Fausto Nitti, Carlo Rosselli ed Emilio Lussu, la linea di confine dell’isola con le garitte delle sentinelle e le casermette della milizia fascista, le case di numerosi confinanti a Lipari per concludersi nel centro storico in Piazza Matteotti.

A Villa Santa Lucia, ispirandosi alla memoria, è stata invece proposta la conferenza di Giuseppe “Pino” La Greca dal titolo: Eoliani, partigiani, prigionieri, martiri. Ha raccontato, attraverso immagini del periodo, le condizioni in cui si presentava l’isola di Lipari nel 1943 e i drammatici avvenimenti di quegli anni sino al 1946; in parallelo sono state raccontate le vicende umane di alcuni giovani eoliani che parteciparono alla lotta partigiana.

Le memorie di quelli che vennero catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre e destinati ai campi di concentramento tedeschi per i lavori forzati, che sono sopravvissuti per poter raccontare, attraverso testimonianze scritte, le loro vicende (Giuseppe Mollica, Vito De Vita, Giuseppe Iacolino, Vittorio Brundu) e dei sei giovani (4 di Lipari e 2 di Malfa) che non riuscirono a tornare a casa e sono morti nei lager nazisti. Raccontata anche la vicenda di un giovane eoliano morto nelle foibe in Slovenia.

Ispirandosi al futuro, la conferenza è stata riproposta alle nuove generazioni, nell’aula magna dell’Istituto tecnico Isa Vaincher Conti.

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