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"Posti di lavoro in cambio di voti", a Messina ai domiciliari l’ex presidente del Consiglio comunale

Emilia Barrile, ex presidente del Consiglio comunale di Messina

È stato scardinato un presunto sistema politico affaristico di lobby all'interno del Comune di Messina. Dall'operazione “Terzo livello condotta” dalla Dia di Messina è emerso che l’ex presidente del Consiglio comunale della città dello Stretto, Emilia Barrile, avrebbe gestito e pilotato appalti e affari per ricevere in cambio posti di lavoro, voti o per far lavorare cooperative a lei riconducibili.

La Dia di Messina, in sinergia con il centro operativo di Catania, supportata dai centri e sezioni di Reggio Calabria, Palermo, Bari, Roma, Caltanissetta, Catanzaro ed Agrigento, hanno dato esecuzione a 13 ordinanze cautelari, emesse dal gip presso il tribunale di Messina, nei confronti di esponenti di spicco della politica cittadina e della criminalità peloritana, imprenditori e faccendieri di origine messinese.

In totale, per una persona è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per dieci gli arresti domiciliari, per una stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici e per un'altra l’interdizione dall'attività imprenditoriale.

Gli inquirenti hanno portato alla luce gli interessi che sarebbero stati gestiti in modo personalistico dall'ex presidente del Consiglio comunale di Messina Barrile, che avrebbe fatto lavorare due cooperative, la “Peloritana servizi” e la “Universo Ambiente”, in strutture ricettive riconducibili ad imprenditori collusi.

Barrile sarebbe inoltre riuscita ad ottenere sponsorizzazioni per una società di pallavolo dove aveva degli interessi di natura economica. Il provvedimento di oggi prevede anche un sequestro da 35 milioni di euro ad un imprenditore che avrebbe sottratto e nascosto il proprio impero economico per paura di essere raggiunto da misure interdittive antimafia.

Questa indagine prende il via dall’operazione Tekno della Dia del 12 aprile 2017, nella quale fu scoperto un sistema affaristico attorno alla gestione del Consorzio autostrade siciliane. Nell’inchiesta furono coinvolti imprenditori, dirigenti e funzionari che per ottenere appalti avrebbero pagato mazzette.

L’indagine di oggi denominata “Terzo livello” è un nuovo filone della Tekno. A essere indagati sono personaggi al di là sopra di ogni sospetto, appunto di “terzo livello”. L’attività d’indagine è stata coordinata dalla procura della repubblica-Dda di Messina, diretta dal procuratore capo Maurizio De Lucia.

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