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Messina, il risanamento delle baracche finisce in polemica

«Se portare a Messina oltre 300 milioni, di cui solo 100 con la legge Carfagna, per risolvere l’emergenza abitativa di quanti vivevano nelle baracche, dopo 50 anni di inutili promesse, significa isolarla, ben venga l’isolamento. A me non è mai interessato avere riconosciuto il merito, ma mi stava a cuore risolvere il problema». Lo afferma Cateno De Luca commentando le dichiarazioni di Maurizio Croce e Matilde Siracusano.

«La sinergia è stata fondamentale - dice Siracusano - il risanamento non si risolve in 10 giorni ma in 3 anni abbiamo messo le condizioni per risolvere le criticità. Se un ministro del governo si muove, risponde alla città e dà risposte attese da decenni e poi viene offeso, quanto ha fatto non viene riconosciuto, allora si crea un precedente pericoloso. Messina rischia l’isolamento, le conseguenze le paga la città».

Aggiunge il candidato a sindaco Croce: «Il nostro intento è quello di far sapere ai messinesi come sono andate le cose. Un’operazione verità sul risanamento che non appartiene ad una parte politica piuttosto che ad un’altra. Invece il 13 maggio abbiamo visto che c’è una lista di una coalizione che si chiama Mai più baracche. Ecco chiamare così una lista è una vergogna. Dirò di più, De Luca si è fatto scippare il ruolo di commissario per la legge speciale sul risanamento proprio a causa dei suoi scontri. Noi reclameremo un ruolo che tocca al sindaco. A Messina serve un primo cittadino che non isoli la città».

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