BARCELLONA POZZO DI GOTTO. La decisione del Tar di Catania di sospendere gli effetti del decreto di chiusura del punto nascita di Barcellona ha innescato una reazione a catena, che ha colpito soprattutto l’ormai ex commissario dell’Asp di Messina, Manlio Magistri, rimosso dall’incarico seduta stante dal presidente Rosario Crocetta.
Alla base della decisione ci sarebbe stata proprio la mancata messa in sicurezza dei punti nascita e l’aver proceduto con provvedimenti che andavano in contrasto con le direttive regionali, dimenticando però che fino all’inizio del dicembre, in occasione della presentazione del nuovo piano sanitario regionale a Barcellona, l’assessore Lucia Borsellino si era presentata al fianco di Magistri, difendendone le scelte sulla chiusura del punto nascita della città del Longano.
La notizia della rimozione di Magistri, insieme a quella della sospensione della delibera di chiusura del punto nascita, confermata solo nella tarda serata di venerdì, ha innescato una reazione a catena da parte degli esponenti politici della città del Longano.
«La rimozione del commissario Magistri - afferma il presidente del Consiglio comunale Angelo Pino - dimostra che le nostre lotte non erano strumentali, ma finalizzate a tutelare la salute collettiva. L’azione del commissario non è mai stata incisiva, ma ha prodotto sempre danni e conflitti con gli amministratori locali. Ci chiediamo perché la giunta regionale sia intervenuta solo adesso, dopo le sentenza del Tar, e non lo abbiamo fatto prima, quando potendo agire per tempo, era nella condizioni di evitare che lo stesso commissario si muovesse in maniera autonoma, come sottolineato adesso».
Analoga richiesta arriva dal consigliere del Pd, Carmelo Cutugno: «Ritengo che, in questa vicenda, la politica tutta ha decisamente fallito, abdicando al proprio ruolo istituzionale e demandando le decisione alla magistratura. Se veramente il presidente Crocetta ritiene che l’ex commissario Magistri ha danneggiato la collettività barcellonese, riveda il piano ospedaliero e segnatamente potenzi il nostro nosocomio barbaramente saccheggiato in questi anni».
La stessa linea viene espressa anche dal capogruppo Udc Paolo Calabrò, che ha sempre criticato l’operato dei commissari che si sono susseguiti alla guida dell'Asp Messina: «Il provvedimento del Tar dimostra che le argomentazioni portate avanti dall’amministrazione, dal Consiglio Comunale e dagli addetti ai lavori non erano strumentali o campanilistiche, ma fotografavano esattamente una realtà assolutamente insostenibile per le utenti e per gli operatori. Dov’erano Crocetta e la Borsellino quando le forze politiche e sindacali hanno gridato la loro preoccupazione per il futuro della struttura ospedaliera di Barcellona? Adesso si riporti il punto nascita a Barcellona e si nomini un direttore generale».
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