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Messina, torna l'incubo del dissesto

MESSINA. E' di nuovo spettro dissesto al Comune. Il piano di riequilibrio, da approvare entro il 29 gennaio, pena l'impossibilità di accedere al fondo salva comuni, è da rifare. I debiti da coprire sarebbero di molto superiori ai cinquecento milioni di euro. La cifra potenzialmente, se non raggiunge il miliardo, è molto vicina. Preoccupata l'amministrazione Accorinti, così come i revisori dei conti e il Consiglio. In pratica il piano di riequilibrio già approntato che prende spunto da un precedente docunento approntato dall'ex commissario Croce e dai suoi esperti è totalmente da rifare. Infatti, non solo non tiene conto del fatto che il contratto di servizio con l'Amam che prevedeva introiti per 150 milioni di euro non c'è più in quanto bocciato dagli stessi revisori, ma non conteggia i debiti potenziali contratti con un esercito di persone che hanno fatto causa al Comune. I potenziali debiti, in quel caso, non sono stati tenuti in conto. Come se il Comune dovesse vincere tutte le cauise. E così non è visto che palazzo Zanca spesso soccombe. E allora, secondo i revisori, occorre fare una stima in percentuale. IL ragionamento è uno: Se ho richieste di danni per un miliardo devo stimare che tre o quattro milioni finisco per pagarli. Ma attenzione quella del Comune, da oggi al 29 gennaio, è una corsa ad ostacoli. Il Consiglio comunale deve bocciare il piano di riequlibrio errato approntato dall'amministrazione. Solo così si otterranno altri sessanta giorni di tempo per fare chiarezza e approntare un altro piano di riequilibrio.  Quindi riconteggaire i debiti e spiegare come si intendaonorarli. E poi  sperare questa volta che commissione ministeriale che si occupa di questi aspetti approvi ed invii a sua volta alla Corte dei conti.

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