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Messina, piano di riequilibrio: ora tocca al Ministero e alla Corte dei Conti

Con le partecipate evidenziate le difficoltà per l’Atm mentre la Messinambiente ha perdite di bilancio per oltre 32 milioni di euro. Da pagare il credito dell’Eas per la fornitura d’acqua, 12 milioni, dal 1979 al 1998

MESSINA. Sul dissesto o meno del Comune la palla passa al ministero degli Interni e alla Corte dei Conti siciliana. Dopo la bocciatura in Consiglio del Piano di riequilibrio decennale presentato dall'assessore Guido Signorino saranno i due enti a valutare se Palazzo Zanca potrà, entro il marzo prossimo, definire un nuovo documento salva default grazie al comma 573 della Legge di Stabilità.

Sono i debiti fuori bilancio a preoccupare di più sia quelli riconosciuti che non riconosciuti dal Consiglio a chiusura dell'esercizio 2013: per sentenze esecutive l'ente deve ripianare 73.337.852,74 euro, per copertura disavanzi 2.017.838,73 euro, 0 il segno delle ricapitalizzazioni, 9.974.159,47 euro riguardano procedure espropriative o occupazione d'urgenza, 21.286.089,20 euro sono i pagamenti da effettuare per acquisizione di beni e servizi senza impegno di spesa. Il totale dei debiti fuori bilancio certi, liquidi ed esigibili è di 106.615.940,14 euro. La massa dei debiti fuori bilancio potenziali, il cui esito è incerto tra contenziosi attivi e passivi, lodi arbitrali e quant'altro è di 531.751.860,26 euro. L'Avvocatura con nota del 24 dicembre scorso e con una successiva ha scritto che "La sommatoria dei valori delle cause dei giudizi passivi pendenti è pari a 389.490.188,18 euro al lordo dei giudizi attivi oltre a 86 milioni di euro per giudizi di finanza derivata (di cui 43.000.000 euro nei confronti Dexia Crediop e 43.000.000 di euro nei confronti Bnl) e altre cause per eventi alluvionali di Giampilieri del 2009 e sentenza del tribunale di Messina n. 1688 del 2012".

Nel Piano di riequilibrio respinto la massa debitoria certa è stata aumentata a 133milioni di euro per la determinazione di un fondo rischi equivalente pari al 25% del totale. Sui rapporti con le società partecipate il debito del Comune nei confronti della Messinambiente ammonta a 1.744.596,53 euro ma la società ha in corso una causa con l'Ato3 rifiuti il cui valore ammonta a 24.334.507 euro come comunicato dall'Avvocatura comunale mentre le perdite di bilancio della Messinambiente sono di 32.532.919 euro che salgono a 38.700.000 euro per i debiti nei confronti dello Stato gravati di interessi e sanzioni. Atm: le perdite di bilancio ammontano a 39.620.769 euro e i crediti a 18.222.631 euro. Signorino sottolinea per l'Atm che "E' necessario e urgente procedure alla liquidazione e costituire la Spa" perché non c'è una rappresentazione contabile fedele. Per l'Ato3 i debiti di 23.620.497,87 euro saranno erogati dalla Regione e rimborsati in quote annue costanti. Il Comune deve anche 12.474.432,03 euro all'Eas per la fornitura d'acqua nel periodo 1979/1998.

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