CAPO D'ORLANDO. Nuovo "Piano di Protezione Civile" per il Comune paladino. Prima il sì (all'unanimità) del Consiglio comunale ai nuovi elaborati, che sono "aggiornamento ed integrazione" del vecchio piano adottato con delibera commissariale nel 2006. E adesso il plico con la relazione illustrativa e le varie tavole a disposizione dei cittadini, pubblicato all'albo comunale e consultabile anche sul sito comune.capodorlando.me.it. I componenti dell'ufficio di progettazione sono stati nominati dal sindaco Enzo Sindoni all'inizio dello scorso anno: l'ingegnere Carmelo Paratore e il geometra Alfredo Gugliotta, entrambi dell'ufficio tecnico comunale, con la collaborazione del geologo Filippo Cappotto. Ha seguito da vicino l'iter anche l'assessore comunale per la Protezione Civile Aldo Sergio Leggio.
Il Piano è stato realizzato e articolato in due fasi. La prima di analisi, attinente le problematiche territoriali e quindi indirizzato alla definizione degli scenari di evento, la seconda di sintesi necessaria per ricostruire dettagliatamente e valutare gli elementi esposti a rischio, definire e pianificare il modello di intervento in funzione degli scenari di evento prefigurati e delle risorse disponibili. La prima fase operativa è stata indirizzata verso la ricerca dei dati territoriali esistenti, a cui si aggiunge uno studio dei rischi (tra questi: rischio idrogeologico, esondazione, rischio sismico, idraulico e rischio incendio). Riguardo ai "fenomeni di crollo" è stata considerata anche "l’esposizione e la vulnerabilità degli elementi antropici presenti, viabilità, infrastrutture, abitazioni". Tra le aree menzionate ci sono i versanti del tratto soprastante la strada litoranea per San Gregorio, la strada statale 113, il tratto occidentale dalla via Benefizio fino alla contrada Drago e il tratto orientale compreso tra Testa di Monaco e l’alveo del torrente Santa Carrà. Attività di monitoraggio anche per i torrenti. Sul territorio orlandino ricadono dodici corsi d’acqua, i cui bacini idrografici hanno superficie di dimensioni piccole. Spesso gli ultimi tratti delle aste torrentizie, fino allo sbocco a mare, risultano tombinati sotto la viabilità urbana. Nell'ultima parte del Piano di Protezione Civile l'inventario dei mezzi e delle strutture a disposizione e le linee generali da seguire per gli interventi. Infine gli elenchi con le “aree di attesa” (luoghi ritenuti idonei per accogliere la popolazione in caso di eventi calamitosi o evacuazioni preventive) e le "aree di accoglienza o ricovero" (quali le scuole e gli impianti sportivi). Il prossimo passo sarà la programmazione di una campagna informativa che prevede anche una serie di incontri con esperti.
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