MESSINA. Il colpo di scena arriva quasi ad inizio udienza del processo per l’alluvione dell’ottobre 2009 che distrusse Giampilieri e Scaletta Zanclea seminando morte e distruzione.
Il giudice Massimiliano Micali ha interrotto l’esame di un teste che dovrà essere risentito una prossima volta, ma assistito da un avvocato. Tutto è accaduto durante l’esame di Salvatore Spanò, 64 anni, già dirigente dell’ufficio protezione civile del Comune di Messina.
Spanò è uno dei circa 400 testi che devono essere sentiti nel processo a carico di 15 persone. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Antonio Carchietti, che rappresenta l’accusa insieme alla collega Antonella Fradà, riguardo gli avvisi di protezione civile ed i livelli di allerta, sarebbero emerse delle questioni, evidenziate anche dall’avvocato Antonello Scordo. Alla fine il giudice Micali ha deciso di interrompere l’esame per risentire il teste un’altra volta, ma assistito da un avvocato difensore.
In pratica se dalle dichiarazioni di un teste emerge una sua potenziale responsabilità, il giudice dispone che deve essere sentito alla presenza di un avvocato. Subito dopo c’è stato il lungo esame del tenente colonnello Marco Aquilio che all’epoca comandava il reparto operativo dei carabinieri. L’ufficiale si occupò delle indagini e degli accertamenti fin dai primi momenti della tragedia, recandosi sui luoghi, acquisendo atti e formando le informative trasmesse alla procura. Intanto l’inchiesta sull’alluvione che il primo ottobre 2009 provocò 37 vittime e numerosi feriti, nonostante un processo in corso, potrebbe non essere un capitolo chiuso. Potrebbero esserci ulteriori accertamenti e probabili nuove iscrizioni sul registro degli indagati.
Già il 18 marzo 2013 nel decreto che dispone il giudizio il gup Salvatore Mastroeni aveva evidenziato alcune questioni che però non avrebbero alcun riflesso sul processo in corso: «Emergono, come accennato, dagli atti e dalla normativa di riferimento, estremi di responsabilità concorrenti (degli indagati, su cui valuterà la Procura le modalità di integrazione, e soprattutto di terzi) e non contestate. Effetto inevitabile a fronte della complessità degli enti, delle strutture, della rete di compiti, delle procedure e dei tempi connessi, pur in presenza, come si è detto, di una indagine di livello, valore e competenza fuori dal comune».
Nel corso dell’udienza di ieri sono stati acquisiti alcuni documenti, il processo riprenderà il 16 aprile.
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