BARCELLONA POZZO DI GOTTO. Gli utenti e i familiari lanciano l'appello affinché venga revocata la chiusura del day hospital di via Cattafi a Barcellona. Lo hanno fatto con la loro presenza presso la struttura già da ieri mattina, per chiedere alla Regione ed al Dipartimento di Salute mentale di Messina di superare il cavillo burocratico che al momento costringe i medici e gli infermieri a sospendere le terapie ai pazienti che ogni giorno trovano nei locali di Barcellona l'assistenza farmacologica, ma soprattutto il supporto morale per affrontare la malattia mentale che li ha costretti a sottoporsi alle cure. Nonostante le rassicurazioni degli ultimi giorni, nella realtà il provvedimento della Regione, che prevede la chiusura dell'area dedicata alle terapie, non è stato revocato nonostante alla base ci sia probabilmente un errore di trascrizione commesso tanti anni fa, sulla tipologia di assistenza che si garantisce nella struttura di via Cattafi, considerandola come un servizio ospedaliero invece che territoriale, come in effetti si configura, essendo allestita all'esterno del perimetro del Cutroni Zodda e gestito con personale interno, il responsabile Felice Mercadante ed alcuni due infermieri, che fino ad oggi hanno garantito l'assistenza medica e il sostegno morale ad oltre 100 utenti provenienti da tutta la provincia di Messina, con un costo annuo che si aggira intorno ai 17 mila euro. Il day hospital di Barcellona è infatti l'unico dell'Asp di Messina e serve un bacino d'utenza che arriva anche ad alcuni paesi della provincia di Palermo, compreso Cefalù. "Da anni - ricorda Mercadante - in questa sede hanno trovano supporto e sostegno tanti pazienti che hanno ripreso in mano la loro vita, senza dover sopportare il fardello dei trattamenti sanitari obbligatori o della somministrazioni di pesanti cure a base di calmanti. Abbiamo cominciato quasi per gioco, circa 25 anni, importando un programma che avevo sperimentato in Toscana, e adesso abbiamo dato risposta concrete a tante persone ed alla loro famiglie, come non sono riuscite a fare altre strutture”. Nel 2013 ha effettuato personalmente oltre 1800 visite psichiatriche, a pazienti che in molti caso hanno superato il momento di crisi. Un appello accorato affinché il day hospital di Barcellona non chiuda arriva soprattutto dai parenti che con grandi sacrifici accompagnano i loro cari dai centri di tutta la provincia, da Venetico a Patti, da Sant'Agata Militello a Villafranca. "Il centro di Barcellona lo possiamo paragonare ad un raggio di luce nel buio in cui era finita l'esistenza dei nostri parenti - sostengono -. Per questo siamo amareggiati per il modo in cui sono state adottate scelte così pesanti, senza valutare le conseguenze per gli utenti di un servizio che funziona e che sta evitando il ricorso ai ricoveri nelle struttura ospedaliere. Ci chiediamo adesso, senza questa struttura, dove andremo per curare i nostri congiunti, così da proseguire il percorso riabilitativo avviato a Barcellona? Perchè si chiude un centro che funziona, per un cavillo burocratico, senza garantire ai pazienti una valida alternativa?". Le risposte a questo accorato appello spettano alla burocrazia ed alle istituzioni, affinché si trovi una soluzione che garantisca l'assistenza adeguata agli oltre 100 pazienti che si erano affidati a day hospital di Barcellona.
Barcellona Pozzo di Gotto, chiude il day hospital di psichiatria
I medici e gli infermieri costretti a sospendere le terapie ai pazienti che ogni giorno trovano nei locali di Barcellona assistenza farmacologica ma soprattutto supporto morale
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