SANT'AGATA. Tre pescatori subacquei dilettanti di Palermo sono stati intercettati in flagranza ieri mattina dal personale dell’ufficio circondariale marittimo ( Guardia Costiera) mentre si trovavano in mare a poca distanza dalla spiaggia di Brolo in prossimità del caratteristico scoglio poco distante dal litorale mentre erano intenti a proseguire la pesca di ricci di mare, che nelle immersioni effettuate di prima mattinata aveva consentito loro la raccolta di circa 1500 esemplari dell’animale marino appartenente alla classe Echinoidea, ricercatissimo per la prelibatezza delle sue “uova”.
L’operazione dei “ Guardiacoste”, diretta dal comandante reggente Leonardo Foti si è basata su appositi appostamenti e segnalazioni della presenza dei pescatori di frodo e di controllo di tutte le attività illecite della filiera della pesca. Il personale militare ha proceduto al sequestro amministrativo dell’attrezzatura utilizzata per la pesca, mute e bombole d’ossigeno, ed ha elevato la sanzione di 4000euro ai tre subacquei palermitani identificati, per aver superato il limite consentito dei 50 esemplari per i pescatori sportivi e di mille per i pescatori professionisti autorizzati. I ricci di mare, tutti ancora in vita, sono stati rigettati dai guardiacoste in mare.
L’attività quotidiana di controllo per prevenire gli illeciti in materia di pesca proseguirà anche nei prossimi giorni ed i guardiacoste hanno avvisato che la pesca dei ricci di mare è assolutamente vietata nel periodo di maggio e giugno di ogni anno. ”La vicenda rientra purtroppo nell’ambito del fenomeno della pesca abusiva – hanno affermato i militari della Guardia Costiera invitando a segnalare fatti illeciti della filiera pesca al numero Blu 1530 -, attività sovente perpetrata da individui non appartenenti al ceto peschereccio, non iscritti nei registi professionali dei pescatori, i quali oltre ad effettuare l’attività di pesca con modalità illegali o loro non consentite, pongono in vendita quanto pescato in maniera altrettanto illegale, con notevole rischio per la salute dei consumatori, stante l’incerta provenienza del prodotto ittico venduto e delle modalità con cui viene conservato e posto in vendita”.
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