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Allarme occupazione nei Nebrodi: uno su due non lavora

PATTI. Residenti in età lavorativa da 16 a 65 anni 23.885, iscritti al Centro per l'impiego 10.183 di cui 5136 maschi e 5047 donne. Il tutto per una percentuale complessiva del 41,24% di cui inoccupati 22,01%, ovvero che non hanno mai lavorato e disoccupati 19,23%. Sono questi i dati elaborati ed emanati dall'ex ufficio collocamento del distretto di Patti, oggi "Centro per l'Impiego", coordinato dal responsabile Vincenzo Pettinato, con sede in via Papa Giovanni. I risultati presi in esame dall'ufficio che ha giurisdizione su undici comuni, Patti,Oliveri,Falcone, Gioiosa Marea, Montagnareale, Librizzi, San Piero Patti, Montalbano Elicona, Raccuja, Floresta e Ucria che abbracciano il vasto comprensorio pattese, sia tirrenico che montano, dicono che su questo vasto territorio vivono 38.075 persone dei quali come detto 23885 sono in età lavorativa, tra i 16 ed i 65 anni, secondo i dati Istat. Aumenta quindi di circa 1%, rispetto agli stessi rilevamenti effettuati lo scorso anno la media dei disoccupati nel comprensorio mentre Patti si attesta sul 43% con le donne toccare il 40%. A Montagnareale il tasso di disoccupazione si attesta al 45,68%, seguito da Ucria con il 44%, Floresta 40%, Montalbano 38%. Oliveri 37%.
Sta per partire il progetto "Garanzia Giovane", con fondi europei, che prevede per i giovani dai 15 i 29 anni tirocini formativi, apprendistato, servizio civile, bonus occupazionale e possibilità di finanziamenti per l'autoimprenditoria. Inoltre - spiega Pettinato - convocheremo periodicamente gli iscritti al fine di verificare la disponibilità lavorativa ed aggiornare l’archivio delle risorse umane". Si conferma drammatica nel comprensorio la crisi occupazionale tanto che diventa sempre più difficile trovare un nuovo posto di lavoro specie per i giovani, costretti a riprendere la triste via dell'emigrazione come avveniva agli inizi degli anni 50. A rendere più grave la situazione, aumenta in modo esponenziale la chiusura di fabbriche, ma anche delle piccole attività artigianali, quali falegnami, fabbri, edili e cosi via, mentre altre sopravvivono con enormi difficoltà, riducendo il personale lavorativo. "Siamo in presenza di una vera e propria emergenza lavoro - conclude Pettinato - la situazione sociale ed economica sta causando notevoli problemi a tutto il territorio”.

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