PATTI. Chiudere il rifornimento Agip, trasferire la doppia sede del liceo scientifico da contrada Rasola e piazza Gramsci nel plesso comunale di piazza Mario Sciacca, realizzare una isola pedonale, quantomeno nel fine settimana, nella via Trieste.
Sono queste alcune delle soluzioni finalizzate ad arginare la progressiva desertificazione del centro della città, con in primis i commercianti che lamentano un considerevole calo nelle vendite. Istanze portate avanti dall’ex candidato a sindaco Tino Giusto e dal suo gruppo «Alternativa Per Patti», rappresentato da Peppino Bisagni, in consiglio comunale.
«Già nell’ottobre del 2011 – dice Giusto – nel corso di una intervista - abbiamo organizzato su tale tema un convegno, ”S.O.S. Patti”, proprio per sensibilizzare la nuova amministrazione sul concreto rischio che in tempi brevi la desertificazione del vicino centro storico avrebbe colpito anche il cuore della Città, con in primis via Trieste, e le piazze Marconi e Mario Sciacca. In quell’occasione suggerimmo una serie di iniziative e rimedi a costo zero rimasti lettera morta ed anzi sempre ostacolati da un’amministrazione che ad esempio non ha compreso l’importanza di trasferire la sede del liceo scientifico nel plesso comunale di piazza Sciacca o quella di realizzare una isola pedonale quantomeno nel fine settimana nella via Trieste proposta vanificata dalla esistenza del rifornimento Agip che non poteva essere penalizzato».
A proposito di Agip si registra la momentanea chiusura di tale impianto. «Nel lontano 2001 suggerii di inviare all’Eni disdetta della convenzione in modo da liberare il centro della città da una vera bomba ad orologeria e soprattutto di rendere fruibile ai cittadini l’unica area in grado di dare respiro alla via Trieste. Per cui riaffermo con forza la assoluta necessità di affrancare la suddetta via da questo peso insopportabile che ne impedisce lo sviluppo. Spero, quantomeno, che la nuova amministrazione non abbia ulteriormente rinnovato la concessione all’Eni e che si prodighi immediatamente per acquisire la disponibilità dell’area su cui sorge il rifornimento. Ma anche qualora fosse stata rinnovata bisogna trovare una soluzione adeguata proponendo ad esempio all’Eni, che tra l’altro gestisce altri due impianti nel centro abitato, il trasferimento in una zona sita al di fuori del perimetro urbano». Come si potrebbe utilizzare quest’area? «Ci sono diverse possibilità di utilizzo quali ad esempio la realizzazione di una galleria ove collocare delle attività commerciali in modo da offrire la classica “via dello shopping” che oggi in città non esiste nonostante l’ammirevole sforzo dei commercianti. La restante parte – conclude Giusto - potrebbe diventare una piazza realizzata con accorgimenti che siano di richiamo per i giovani».
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