CAPO D'ORLANDO. Occorre un intervento di consolidamento del promontorio per evitare gravi danni al Santuario di Maria Santissima di Capo d’Orlando. La situazione è grave e, anche se non ci sarebbero rischi imminenti, è bene agire per un intervento mirato. Le informazioni, attese da quanti hanno a cuore le sorti del Santuario simbolo della città sono state fornite dal dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze che ha realizzato un lavoro di ricerca e studi rivolto, da un lato, a comprendere l’evoluzione storica della chiesa e del castello tramite la lettura dei palinsesti murari e dall’altro e quella rilevare ed analizzare i dissesti, le lesioni e le deformazioni sul santuario per comprendere le meccaniche ed individuare le soluzioni. «Ci sono delle lesioni, dei fenomeni in atto - spiega Stefano Bertocci dell’Università di Firenze - che andranno prese in considerazione. Naturalmente serve poi un intervento per mantenere un patrimonio storico come il promontorio, il santuario ed i resti del castello». «Serve una attenzione maggiore di quella che vi è stata sino ad ora - aggiunge l’orlandino Giovanni Minutoli, anche lui dell’Università fiorentina - però diciamo che in generale, con una serie di interventi mirati, possono essere evitati problemi più gravi anche attraverso l’eliminazione di alcuni appesantimenti strutturali del passato». Lo studio, attuato in collaborazione con l’università di Messina, è stato realizzato grazie a tecniche informatiche moderne, come il laser scanner che fornisce immagini tridimensionali e il fotoscanner che consente la visione 3 D, di ambienti non accessibili. Tutto il materiale raccolto è esposto nella Pinacoteca comunale nella mostra «Le pietre del mito – Complesso monumentale del promontorio di Capo d’Orlando». A siglare l’accordo con l’ateneo fiorentino per una serie di ricerche strutturali, sia sulla chiesa che ospita la patrona della città che sul vicino castello, è stato il comune di Capo d’Orlando che ha affidato agli esperti il compito di relazionare sullo stato delle strutture. A preoccupare è soprattutto il campanile della chiesa, in procinto di venir giù da anni (soprattutto da quando un fulmine lo danneggiò). L’accordo, che prevede uno stanziamento di 8.000 euro per i ricercatori della facoltà fiorentina, offre all’ente una relazione che sarà acquisita entro il 30 settembre. Lo studio riveste una importanza straordinaria per l’intera comunità in considerazione della forte valenza simbolica rappresentata dal Monte della Madonna e anche ovviamente dal punto di vista storico, sociale e culturale. Il problema di fondo è però legato al fatto che la proprietà del Santuario è della Curia di Patti che negli ultimi anni non è mai intervenuta per salvare un’opera di rilevante interesse storico (la costruzione risale al 1600) e di enorme valore religioso per una intera comunità.
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