SANT'AGATA. “La crisi della marineria locale ha raggiunto livelli preoccupanti ed anno dopo anno si registra una progressiva diminuzione del numero dei pescatori in attività concomitante alla riduzione del quantitativo di pesce pescato, non è esagerato stimare che ogni dato di riferimento annuale del settore pesca locale segnala un calo del 30%”, ha affermato ieri mattina all’alba assistendo al rientro delle barche con il pesce azzurro sulla banchina del molo sopraflutti, Franco Zingales, ingegnere pescatore con al suo attivo una tesi di laurea sul verricello speciale da lui realizzato ed collocato a bordo del suo peschereccio. “Dodici anni fa le barche attrezzate al mestiere del pesce azzurro nel corso della stagione riuscivano portare in vendita oltre 120 mila chilogrammi di pescato, ed alcune mattine per l’abbondante pesca effettuata , per non fare abbassare di molto il prezzo all’asta , si preferiva restituire al mare parte del prodotto in stiva”, racconta l’anziano pescatore Salvatore Gaglione, mostrando il libro mastro dei conti relativo all’anno 1985, mentre ieri pomeriggio si preparava a partecipare alla suggestiva processione serale della Madonna del Mare, trasportata dal peschereccio imperiale lungo il mare antistante il litorale cittadino.
Negli ultimi dieci anni dei dieci grandi pescherecci attrezzati con la rete da “cianciolo” ( circuizione)per la cattura del pesce azzurro , solo due sono rimaste in attività, la “San Calogero” di Pippo Corrao e la “Dio Grande” di Gaetano Sava. Dieci sono le piccole cooperative pescatori , tra cui “Madonna del Mare”, “Don Bosco”, “Padre Pio”, “Noi Stessi”, “Onda Bianca”. “Oggi la cattura del pesce azzurro è in progressiva crisi, annualmente il pescato non supera i 30mila chilogrammi, anche per la piccola pesca i dati non sono confortanti, il pescato complessivo non supera i 3mila chilogrammi, facendo riferimento alla flotta peschereccia , grandi e piccole imbarcazioni, oggi ridotta a circa cento unità rispetto ai 200 natanti presenti nell’area portuale prima dell’anno 2000”, raffronta Salvatore Gaglione junior, presidente di una piccola cooperativa pescatori e vicepresidente del GAC (gruppo azione costiera) l’organismo che raggruppa enti comunali e marinerie locali (duemilioni di euro i contributi regionali destinati a finanziare i progetti presentati da comuni e privati). Salvatore Gaglione Jr sostiene che a causa della crisi del settore ( abolizione pesca novellame, eliminazione di alcuni attrezzi di pesca, spadare, derivanti, norme europee restrittive basate su errati riscontri scientifici) molti pescatori abbandonano il mestiere per accettare gli incentivi per la demolizione delle loro imbarcazioni e la restituzione del libretto autorizzazione di pesca.
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