Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Messina, l'anno della "povera" vara

MESSINA. L'edizione 2014 è stata la manifestazione più povera degli ultimi vent'anni: spesi appena 43 mila euro, la metà dello scorso anno, un terzo degli anni precedenti. La cronaca comunque dice che tutto è andato alla perfezione. Nessun incidente di rilievo. Bene la partenza, bene la girata in via primo settembre. Qualche vuoto in più tra la folla rispetto agli scorsi anni. Probabilmente meno numerosi anche i tiratori. Il bagno di folla c'è stato ma forse con qualche assenza. Sia tra il pubblico che tra i tiratori. C'era qualche vuoto tanto tra le corde quanto tra la folla sia nel tragitto che all'arrivo a piazza Duomo. Vuoti che non sono passati inosservati.
Comunque sia l'edizione della vara 2014 ha richiamato come al solito ad occhio e croce almeno centomila fedeli. Sono arrivate delegazioni dalla provincia e persino da Palmi dove si svolge una simile manifestazione religiosa. La partenza da piazza Castronovo è avvenuta puntualmente alle 18,30. Senza il lancio dei bigliettini con su scritto viva Maria. Così come sul percorso non c'erano luminarie. E sul ceppo non c'erano fiori. Sul ceppo, così come aveva stabilito il comitato solo un timoniere Alberto Molonia e un prete: padre Antonello Angemi che, sulla vara ha scritto un libro. In mezzo alle corde lo storico Franz Riccobono e poi gli instancabili sbandieratori Franco Forami e Nino Di Bernardo.
Dentro le corde anche un sorprendente Tonino Perna, l'assessore alla cultura che è stato determinante mediando tra gli integralisti che avrebbero voluto epurare comitato e macchina organizzativa da persone considerate sgradite e il vecchio comitato anche quest'anno come al solito ha dato l'anima. «La vara non fa differenze tra gente per gente e gente che magari ha avuto qualche problema con la giustizia - spiega Riccobono -. La processione, che vede mille tiratori a piedi nudi tirare una machina che pesa 8 tonnellate ed è alta 14 metri, è un percorso di espiazione. E l'espiazione riguarda tutti ma soprattutto quelli che hanno da espiare. E' una festa di popolo, quel popolo che non può permettersi di andare in vacanza altrove».
Il sindaco Renato Accorinti non è salito sul ceppo.
E' rimasto con tanto di fascia a distanza dietro al carro. Accanto a lui il commissario della provincia Filippo Romano. Accorinti non è salito nemmeno su quel piccolo palco montato davanti alla cattedrale.
L'arrivo intorno alle 21. La Regione per la prima volta non ha stanziato alcun contributo. La corte dei conti ha bloccato lo stanziamento da 47 mila euro previsto dal Comune cha potuto spendere solo 18 mila euro per al sicurezza. La voglia di festeggiare la Madonna e di onorare la tradizione era comunque tanta.
Il Comune aveva stanziato 47 mila euro. Nulla da fare però. La corte dei conti ha consentito solo le spese legate alla sicurezza: urgenti ed indifferibili. Quasi 18 mila euro legandole anche ai giganti.
Quindicimila euro appena dagli sponsor privati. Diecimila euro dalla famiglia Franza per i fuochi anche quelli meno numerosi ma dignitosi.
In tutto sono stati spesi 43 mila euro, la metà dello scorso anno, un quarto rispetto a quanto si spendeva negli anni scorsi.
Dalla lotteria, la vendita dei biglietti per l'agosto messinese, sono stati raccolti 3500 euro ma serviranno solo per spettacoli ed eventi collaterali.
Il prefetto Stefano Trotta, quando la vara si è fermata davanti al palazzo del governo, è rimasto sul suo balcone. Nessuna stretta di mano con il sindaco Accorinti. Quasi a consolidare quel gelo che tra i due ormai è sempre più evidente.

Caricamento commenti

Commenta la notizia