Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Capo d'Orlando, la Protezione civile: 35 aree sono a rischio frane

Risultati allarmanti da uno studio realizzato dai tecnici del Comune che hanno redatto il piano di prevenzione, venti zone corrono un pericolo idrogeologico. Dai dislivelli ai piedi del Santuario alle colline di Drago e Forno, la mappa dei territori maggiormente friabili e pericolosi

CAPO D'ORLANDO. Sono trentacinque i punti a rischio frane sul territorio di Capo d’Orlando. E come se non bastasse, a questi punti critici bisogna anche aggiungere venti zone a rischio “idro geologico”.
Sono le risultanze dello studio sul territorio da parte dei tecnici del Comune di Capo d’Orlando che hanno redatto il Piano di protezione civile per il dissesto idrogeologico della cittadina paladina. Il Piano è stato chiesto dal Dipartimento regionale della Protezione civile ai quei comuni, come Capo d’ Orlando, ad elevato rischio idrogeologico.
Il territorio paladino, stretto tra il mare e le montagne, infatti era stato classificato a suo tempo “R 4”, cioè al punto più alto della scala dei rischi, dall’assessorato regionale Territorio ed Ambiente. Un risultato che ovviamente è il frutto di frane e smottamenti che negli ultimi dieci anni hanno riguardato il territorio soprattutto lungo le colline a ridosso della Statale 113. Tre anni fa, proprio due cedimenti contemporanei alle periferie estreme della città provocarono la paralisi. Poi per fortuna sul lato a ponente l’Amministrazione Sindoni è riuscita a creare due arterie alternative, e cioè la via del Mare e la via dei Limoni, la situazione è ora sotto controllo.
Rimane invece a rischio sul lato Messina poiché non c’è alternativa alla statale se non l’autostrada A 20 che bisogna però imboccare al casello di Rocca di Caprileone. Il Piano di protezione civile del comune di Capo d’Orlando è stato redatto da Carmelo Paratore e Alfredo Gugliotta dell’Ufficio tecnico comunale e l’esterno geologo Filippo Cappotto. È un elaborato di assoluta importanza per la Protezione civile perché da esso derivano le priorità di monitoraggio sulle zone a rischio e di intervento ed è propedeutico a qualsiasi richiesta di finanziamento per la difesa e la bonifica idrogeologica.
I punti più a rischio del territorio paladino, quelli contraddistinti con il segno rosso sulla mappa, sono le zone ai piedi delle montagne del Santuario (il promontorio della città), e le colline di Drago e Forno. Ma non mancano situazione di grave pericolo anche lungo la statale 116 per Naso (dove si attendono ancora interventi di consolidamento dopo le frane di due anni fa) e a ridosso di Santa Carrà.

Caricamento commenti

Commenta la notizia