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Smaltimento irregolare di rifiuti, torna in libertà imprenditore di Barcellona

BARCELLONA. È stato rimesso in libertà l'imprenditore Nunzio Calabrò, titolare della Canditfrucht di Barcellona, coinvolto nell'aprile scorso nell'operazione Last Orange, sui presunti illeciti commessi nello smaltimento dei rifiuti industriali provenienti della lavorazione degli agrumi.
Il gip del Tribunale di Messina Salvatore Mastroeni ha disposto per l'indagato la scarcerazione, senza alcuna prescrizione, ritenendo che non vi fossero più le esigenze della custodia cautelare. Calabrò si trovava ristretto ai domiciliari dal 17 aprile scorso, dal giorno in cui scattò l'arresto nell'ambito dell'operazione Last Orange, disposta dalla Dda di Messina ed eseguita dai Carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia di Barcellona.
Nel corso di questi mesi di detenzione presso l'abitazione di via Longano erano state numerosi le manifestazioni di solidarietà e di protesta da parte dei dipendenti dell'impresa, al momento gestita da un amministratore giudiziario.
L'appello era quello di accelerare l'iter giudiziario, per definire al più presto le eventuali responsabilità dell'imprenditore, che nega le accusa di associazione finalizzata alla smaltimento illegale di rifiuti speciali. Lo stesso Calabrò aveva chiesto di essere ascoltato dal procuratore capo Guido Lo Forte, che aveva coordinato le indagini, senza ottenere un riscontro, dopo che era stata rigettata una prima istanza di scarcerazione presentata al Tribunale del Riesame di Messina. Nel luglio scorso gli avvocati difensori Roberta Biondo e Ugo Colonna avevano presentato un'ulteriore istanza direttamente al gip di Messina, che ha accolto la richiesta di scarcerazione. Già nel prossimo autunno lo stesso magistrato dovrebbe fissare la date dell'udienza del processo con rito abbreviato, come richiesto dallo stesso indagato, proprio per definire velocemente la vicenda giudiziaria, allo scopo di salvaguardare la stabilità dell'azienda, che conta oltre un centinaio di dipendenti.
Le indagini, avviate nel gennaio 2012, hanno coinvolto altri due imprenditori, il gestore di un'azienda di trasporti di Terme Vigliatore, Antonino Mazzeo, già coinvolto nell'operazione Gotha 4 e ristretto al 41 bis, ed il titolare di un'impresa di Militello Rosmarino, Sebastiano Conti Mammamica, insieme a quattro autotrasportatori, mettendo in luce una serie di stratagemmi usati per smaltire illecitamente gli scarti agrumari, che venivano bruciati una volta divenuti secchi, scaricati direttamente nei torrenti oppure scaricati nelle aree limitrofe agli insediamenti adibiti a ricovero per animali. In quest'ultimo caso, tali rifiuti rimanevano abbandonati sul suolo deteriorando l'ambiente. Inoltre, a seguito del processo di trasformazione che nel tempo ne riduce il volume, il pastazzo periodicamente veniva integrato da altro quantitativo. In cambio di tale favore, alcuni allevatori avrebbero ricevuto modiche quantità di pastazzo di limone, gradito agli animali e più facilmente utilizzabile come materia prima per mangimi.

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