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Mutui fantasma a Brolo, svolta nell’indagine

Il Gip ha confermato quasi tutte le ordinanze cautelari scaturite dalle anomalie di bilancio che da mesi agitavano le acque della politica locale. Sembra che uno degli indagati abbia riferito altri particolari sul «sistema» che avrebbe provocato debiti per milioni di euro

BROLO. Restano quasi tutte confermate le ordinanze cautelari che lunedì scorso hanno scosso Brolo facendo esplodere anche sotto il profilo giudiziario, lo scandalo dei “mutui fantasma” che già da 10 mesi agitava le acque della politica locale. Dopo aver valutato approfonditamente gli atti prodotti dagli indagati ed i verbali resi nel corso degli interrogatori di garanzia, il Gip del Tribunale di Patti Ines Rigoli ha rigettato le richieste di revoca o attenuazione delle misure avanzate dai legali di 8 delle delle 10 persone raggiunte da provvedimento lunedì nell’inchiesta sui mutui ed i fondi percepiti indebitamente al Comune di Brolo. Resta in carcere il ragioniere del Comune Carmelo Arasi e, agli arresti domiciliari, l’ex sindaco Salvo Messina, il responsabile dell’area amministrativa Costantino Maniaci, i dipendenti Santa Caranna (per lei il giudice non si è ancora pronunciato), Antonella Campo e Giuseppina Di Leo e la figlia del ragioniere del Comune Rossella Arasi. Per il giudice, dunque, non sono state sufficienti le dichiarazioni rese dagli indagati per acconsentire il ritorno in libertà o quantomeno una attenuazione dei provvedimenti che sono stati confermati anche per le tre persone colpite da divieto di dimora a Brolo, l’ex vice sindaco Carmelo Gentile (anche per lui si attende la pronuncia domani), l’economa comunale Francesca Mondello e l’ architetto Mario Messina. Quest’ultimo, adesso dipendente del Comune di Naso, residente a Gliaca di Piraino, ha ottenuto l’autorizzazione per il transito a Brolo sulla statale 113 per raggiungere il posto di lavoro. La misura cautelare era già stata attenuata per Rossella Arasi, in stato di gravidanza, che può liberamente usufruire dei servizi medici necessari.
Tutte le persone sottoposte ad interrogatorio avevano risposto alle domande dei magistrati, fornendo spiegazioni sui passaggi di denaro e sugli accrediti sospetti rilevati nei conti corrente personali e sulle delibere per l’ ottenimento dei mutuo contestate ai funzionari. A quanto pare, però, per qualcuna delle persone indagate sarebbe stato svolto anche un supplemento di interrogatorio. Più di una indiscrezione che pero nessun legale conferma. Sembra che uno degli indagati, abbia infatti riferito a che su aspetti diversi rispetto alla “questione mutui”. Abbia in pratica dato conferme a quel “sistema” che avrebbe provocato debiti per milioni di euro e che stanno per condurre l’Ente al dissesto. Il fatto che l’interrogatorio si sia protratto per 5 ore e che l’esito rimanga strattamente riservato lascia presagire ad uno sviluppo dell’inchiesta con quanto già acquisito dalla Polizia giudiziaria nel corso dei mesi. Nel fascicolo, oltre i 15 nomi comparsi nell’ordinanza cautelare, figurerebbero infatti anche quelli di altri cinque o sei soggetti sui quali si continua ad indagare. Gli inquirenti, infatti, puntano a scoprire chi abbia ideato e soprattutto “protetto” il sistema di un vero e proprio ufficio parallelo che gestiva allegramente le risorse creando fatture fasulle o doppie corrispondenze. In merito al rigetto delle istanze di scarcerazione da parte del Gip, per quasi tutti sarà adesso proposto ricorso al Tribunale del Riesame. Appelli che potrebbero essere discussi nei primi giorni di Settembre. Per l’ex sindaco Salvo Messina invece non si andrà al Riesame. La difesa sta infatti predisponendo un supplemento di incartamenti da proporre al Gip per ricostruire, in maniera ancor più dettagliata di quanto lo stesso ex sindaco non abbia già fatto nel suo interrogatorio.

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