STROMBOLI. L’isola è a rischio vulcanico, eppure in un giorno giungono anche 27 vaporetti stracarichi di turisti escursionisti. Nelle piccole viuzze sbarcano anche 10 mila «turisti mordi e fuggi». «E in caso di fuga per una eruzione vulcanica?». La domanda è stata posta da Patrizia Serpe Piva, dell'Associazione Pro Stromboli e da Giuseppina Moleta di Legambiente in un esposto presentato al capo del dipartimento della Protezione Civile, al prefetto, al sindaco di Lipari, al comando provinciale dei carabinieri e al comando della Capitaneria di Porto.
«Nell'estate del 2014 – hanno denunciato - l'Isola di Stromboli (in particolare l'area del molo di Scari, della via Roma fino alla piazza San Vincenzo, e la prima parte di via Di Mattina) è stata meta, più degli altri anni, di sbarchi di turisti delle mini-crociere, condotti sull'isola per una o due ore. Nel pomeriggio del 28 agosto i nostri volontari hanno contato e annotato i nomi di ben 27 imbarcazioni, provenienti dalla Calabria (Vibo, Reggio Calabria, Lamezia e Tropea) dalle Isole Eolie (Salina e Lipari), dalla Sicilia (Milazzo, Capo D'Orlando), che hanno scaricato migliaia e migliaia di passeggeri, la cui presenza sul molo ha reso difficile, tra l'altro, il soccorso a un turista infortunatosi su una imbarcazione privata, che doveva essere prelevato per essere trasportato in ospedale in elicottero. Nella zona del molo infatti ricade anche la pista di atterraggio per gli elicotteri delle emergenze sanitarie. Non è la prima volta che si segnalano i problemi di sicurezza connessi alla presenza simultanea di molte migliaia di persone, su un vulcano attivo strettamente monitorato dall'Ingv e dalla Protezione Civile e soggetto a piani di evacuazione».
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