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Lavori a Letojanni dopo la frana, la protesta di pendolari e casellanti

Erano in pochi oggi, nel piazzale Cagli di Letojanni, per la protesta contro il mancato avvio dei lavori di rimozione della frana a ridosso dell'autostrada Messina Catania.

Anche se si attendeva una partecipazione di massa - considerati i gravi problemi delle autostrade siciliane in particolare di quella tratta - le motivazioni della protesta sono state ugualmente ribadite dai presenti. Riuniti nell'area circostante la frana, hanno chiesto l'avvio immediato dei lavori di consolidamento del costone che si affaccia sulla A18, da quattro anni interdetta in quel tratto.

L'appalto per un importo di quindici milioni di euro è stato consegnato due mesi fa all'impresa esecutrice "Rti Sgromo costruzioni" e "Cospin", ma a tutt'oggi è fermo. Intanto nessun passo indietro da parte dei dipendenti del Consorzio autostrade siciliane che si preparano allo sciopero del 29 gennaio proclamato dai sindacati.

Non bastano le assicurazioni fornite dall'assessore ai trasporti e infrastrutture della Regione siciliana Marco Falcone, rispetto all'impegno precedentemente assunto  dal governo Musumeci, di inserire nella prossima legge di stabilità regionale la norma che trasforma lo stato giuridico del Cas da ente non economico in ente pubblico economico.

"Le chiacchiere vanno trasformate in fatti - oggi replica  il segretario generale di Uiltrasporti Messina, Michele Barresi- non faremo un passo indietro, bensì due in avanti. Abbiamo atteso anche troppo. Questa volta, vogliamo l'impegno concreto dei politici. L'assessore Falcone, già mesi fa si era impegnato allo stesso modo. Dal 19 dicembre, i lavoratori sono in stato di agitazione, ma da parte dei vertici aziendali non ha fatto seguito alcun riscontro. L'attuale contratto regionale attuativo della legge 10/2000,  di cui il Cas è esecutore, presenta una serie di criticità e forti discriminazioni giuridiche ed economiche rispetto al personale di autostrade italiane, impiegato con contratto nazionale a quaranta settimanali, rispetto alle nostre trentasei. A questo si aggiungono le qualifiche, ferie, permessi e tante altre condizioni  previste con modalità differenti dal contratto nazionale".

Appresa la notizia dello sciopero indetto da Filt Cgil con il segretario Garufi,  Fit Cisl D'Amico, Uiltrasporti Passari, Ugl trasporti Ietto, Sla Cisal Franchina e Lata Cordaro, l'assessore Falcone ha inteso chiarire  in merito al valore delle responsabilità politiche: "L'attuale  situazione di stallo sui salari è riconducibile agli obblighi che le norme impongono al governo regionale e alla governance dell'ente, di certo non alla volontà politica. Le attese dei lavoratori rispetto ai contratti, si potranno rispettare solo con la trasformazione dell'abito giuridico del Cas in ente pubblico economico. Per sanare una vicenda che si trascina da anni, il nostro governo ha assunto l'impegno di inserire nella prossima legge di stabilità la norma che consente di trasformare il Cas, ma che poi dovrà essere approvata dall'assemblea regionale siciliana. A tal proposito- conclude Falcone - vorrei ricordare che già in passato fu messo in campo questo progetto, bloccato in seguito in aula dalla opposizione".

Il personale si asterrà dalle mansioni per quattro ore alla fine dei tre turni giornalieri: 10- 14, 18-22, 2-6.

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