Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Caronia, ripartono i roghi: a fuoco pure i tubi

Una tubatura in polietilene si è liquefatta provocando un principio d’incendio. Fra i residenti torna a serpeggiare la paura

Un tubo in polietilene da 65 millimetri di spessore ed una robustezza rilevante. Sciolto esattamente al centro e capace di causare un principio di incendio in un canneto a ridosso di un piccolo torrente che si trova da una ventina di metri dalle case in cui nel 2004 e lo scorso luglio si verificarono i roghi misteriosi.

Eccolo il nuovo (o quasi) campionario dei fenomeni di Canneto di Caronia dove la tensione, anche a causa del disimpegno della Protezione Civile rimane altissima.

 

L’episodio, è avvenuto nella serata di mercoledì. A sentire il crepitio delle canne che stavano bruciando è stata una residente che ha dato l’allarme. Amara la scoperta all’arrivo di alcuni abitanti: l’ennesimo incendio anomalo partito dal tubo, impiegato nei mesi scorsi per alcuni lavori di convogliamento delle acque da parte del comune, e poi allargatosi alla vegetazione circostante.

«Un incendio nel torrente può sembrare strano ma ricalca esattamente quello che accadde anche nel 2004 - dice uno sconsolato Nino Pezzino, sgomberato da qualche settimana ma che rimane nella veranda di fronte la sua abitazione proprio per preservarla dalla distruzione - prima i roghi interessarono le nostre case e poi si spostarono ai terreni circostanti. E’ come se ci fosse una sorta di scaletta degli eventi. Come se qualcuno volesse studiare i danni ma anche la reazione di chi vive qui».

Il riferimento di Pezzino è chiaramente alle ultime rivelazioni del sindaco Calogero Beringheli che nei giorni scorsi ha reso pubblica una parte del contenuto della relazione interministeriale nella quale si afferma che i campi elettromagnetici sulla frazione siano in realtà frutto di esperimenti militari effettuati al largo delle coste tirreniche.

Ieri mattina il sindaco intanto è tornato a Canneto per incontrare i cittadini e soprattutto chiedere conto alla Protezione Civile che nei giorni scorsi aveva abbandonato il presidio fisso. Da parte dell’Arpa di Messina, che da luglio ha sistemato due centraline di rilevazione, nessuna anomalia riscontrata, anche se le apparecchiature non sono in grado di intercettare campi elettromagnetici di intensità simile a quelle di cui di parla nelle varie relazioni ministeriali su Canneto.

 

Inoltre il sindaco ha sollecitato un incontro al Prefetto di Messina per chiedere che anche da parte sua vi sia finalmente attenzione sulla vicenda. Oltre ai controlli, cittadini e comune vogliono risposte e capire se la salute sia a rischio.

Insomma, si profilano nuovi sgomberi. «Ho chiamato il mio avvocato - è la reazione di Pezzino- e nonostante capisca gli sforzi che sta facendo il sindaco, disattenderò la sua ordinanza fino a quando qualcuno non controllerà le nostre case. Se bruciano i nostri fabbricati, vorrà dire che brucerò anch’io».

Caricamento commenti

Commenta la notizia