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In "missione" da Taormina, cardiochirurghi salvano una neonata palermitana

I medici del Centro Pediatrico Mediterraneo in trasferta all’Ospedale Cervello di Palermo. La piccola Margherita sottoposta a intervento sperimentale sta bene

MESSINA. Per salvare la vita di una neonata, i cardiochirurghi di Taormina in trasferta a Palermo, proprio durante le festività natalizie. Una sinergia di esperienza e professionalità per una tecnica innovativa, adottata per la prima volta in Sicilia. E la piccola Margherita, nata prematura, appena un chilo e 200 di peso, è riuscita a sopravvivere.
La bimba, figlia di una coppia palermitana, aveva un blocco atrioventricolare completo congenito. Grazie a un pacemaker epicardico, impiantato con successo, è scampata a morte sicura.

L'intervento, delicatissimo e all'avanguardia, è stato eseguito dall'equipe del Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo-Bambino Gesù di Taormina, in missione per supportare i colleghi palermitani dell'Ospedale Cervello. Il "miracolo" è stato possibile grazie a una procedura "ex utero Intrapartum Treatment" o "Exit procedure", una speciale tecnica medico-chirurgica multidisciplinare, che prevede il parto pilotato di un feto ad altissimo rischio di vita e il trattamento chirurgico già nei primi minuti dopo la nascita.
I genitori della neonata avevano scoperto il grave problema alla 28esima settimana di gravidanza, durante un esame di ecografia fetale. Il cuore della nascitura presentava un ritmo fortemente patologico, 40 battiti per minuto contro la normalità dei 160. In questi casi, oltre all'arresto cardiaco, la cosiddetta "morte fetale", la causa più frequente di decesso è lo scompenso cardiaco. Da allora, circa un mese fa, la mamma è stata seguita costantemente negli ambulatori del Centro taorminese.
Giunta alla 32esima settimana di gestazione, confermati i dati iniziali di scompenso cardiaco, i medici hanno deciso di programmare il doppio intervento. In dieci minuti Margherita ha visto la luce con parto cesareo. Immediatamente intubata, la bimba ha ricevuto i primi farmaci nel catetere posizionato all'interno del cordone ombelicale. Alla nascita, il suo cuore batteva ancora più lentamente, a causa della fatica naturale di sostenere tutte le nuove funzioni neonatali. Ma l'intervento cardiochirurgico è stato tempestivo e il pacemaker ha iniziato a funzionare già dopo 8 minuti e così è stato possibile trasferire la bambina nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Attualmente, Margherita respira da sola e le sue condizioni generali sono molto soddisfacenti, come riferiscono i sanitari dei due Ospedali.

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