SAN FILIPPO DEL MELA. Dei 220 dipendenti licenziati al momento della chiusura della Sacelit di Archi, ieri è deceduto il centoventiduesimo. Nonostante la lunghissima malattia, Domenico De Gaetano è morto a 88 anni. L'anziano filippese ha lavorato nella «fabbrica della morte» per oltre 20 anni come operaio addetto allo scarico dei sacchi di amianto dai carri ferroviari, alla disintegrazione e miscelazione dei vari tipi di amianto, alla preparazione miscela, alla produzione tubi in amianto-cemento e canne quadrangolari. Come racconta il suo ex collega Salvatore Nania, presidente del «comitato ex esposti amianto» «alla fine degli anni 70 gli viene riconosciuta la malattia professionale per Asbestosi Pleuro polmonare che lo ha accompagnato nel resto degli anni della sua vita. È venuto a mancare ieri, dopo lunghe sofferenze e dopo aver girato in quaranta anni gli ospedali di mezza Italia».
E, aggiunge: «Domenico è sempre stato un operaio eccellente, in azienda effettuava tutti i lavori che gli venivano richiesti senza mai preoccuparsi della sua incolumità fisica, spesso lo si vedeva con gli indumenti di lavoro zeppi di amianto e cemento senza alcun mezzo di protezione. Ha sofferto per tutti questi anni, accudito costantemente e amorevolmente dalla moglie e dai figli; purtroppo le fibre killer non guardano in faccia nessuno, ti fanno soffrire, ti deprimono, ti distruggono, ti portano alla morte, chi in breve tempo con Mesotelioma e Neoplasie, chi in tempi lunghi con patologie Asbesto correlate, non guardano in faccia nessuno, non hanno nessuna pietà, chi prima e chi dopo siamo tutti a rischio, non solo gli ex esposti, ma i familiari ai quali abbiamo portato gli indumenti sporchi da lavare, i cittadini che a causa di avere respirato fibre di amianto da capannoni, inconsapevolmente si ritrovano a rischio». A conclusione Salvatore Nania sollecita ai responsabili regionali «la mappatura dei prodotti ed eliminando nel più breve tempo il rischio prodotti amianto esistente sul territorio».
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