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Messina, la protesta contro il taglio dei treni fa flop

MESSINA. E' stato un flop. Poco più di un migliaio coloro che hanno preso parte al corteo di protesta contro il Piano delle Ferrovie che da metà giugno vedrà due soli treni notturni a lunga percorrenza e una nave traghetto che imbarcherà i convogli diretti a Villa San Giovanni. La manifestazione organizzata dal movimento 14 Febbraio non ha funzionato. A leggere i numeri di partiti, sindacati, comitati e associazioni coinvolte il dato della partecipazione è stato molto basso rispetto alle previsioni. La città non ha risposto agli appelli. Il sindaco Accorinti che due settimane fa, nel salone dei Mosaici della Stazione Marittima ospite dell'Orsa, aveva aderito chiedendo ai cittadini di unirsi non si è rammaricato più di tanto: "Purtroppo c'è sempre il problema della partecipazione, noi abbiamo fatto tutto il possibile ma per molti sindaci non è stato possibile venire a Messina perché già impegnati in riunioni organizzate da tempo". Il riferimento è andato ai Comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, interessati come Messina alla vertenza, e che erano rappresentati dai vicesindaci. Accanto ad Accorinti il primo cittadino di Barcellona Pozzo di Gotto Maria Teresa Collica e di Villafranca Tirrena De Marco. Ma da Catania e Palermo non è giunto nessuno degli amministratori come da altre realtà siciliane e calabresi. Per la Regione la vicepresidente Mariella Lo Bello: "Chiederemo tutto alle Ferrovie, vogliamo infrastrutture e servizi adeguati, non ci piegheremo". In testa al corteo Francesco Palano Quero e Alessandro Russo, tra gli organizzatori del movimento 14 Febbraio che ha raccolto nelle ultime due settimane decine e decine di sigle, e i segretari del sindacato autonomo Orsa come Michele Barresi, Francesca Fusco e Mariano Massaro.

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