MESSINA. «L'azienda paga l'aver ignorato tutte le criticità segnalate dalle nostre associazioni sin dal 2010, il danno non è stato creato dalla magistratura messinese, e i costi aggiuntivi causati da questa decisione sono responsabilità e competenza della società, non dei cittadini». A dirlo in una nota i residenti del 'Coordinamento ambientale per la tutela del Tirrenò e i componenti dell'associazione 'Man' dopo la conferma ieri da parte del Tribunale del riesame, del sequestro del pilone numero 40 a Saponara, che impedirà nei prossimi mesi di completare l'elettrodotto «Sorgente Rizziconi» di Terna. «La società, prima dell'autorizzazione del 2010, ha incontrato soltanto gli amministratori - prosegue la nota - i quali senza convocare i consigli comunali hanno dato l'assenso al progetto». L'elettrodotto - oltre ad attraversare aree a protezione ambientale Sic e Zps - interessa diversi centri abitati. Sulla realizzazione dell'opera hanno protestato le comunità di Pace del Mela, Saponara, Venetico, San Pier Niceto, Serro. «Non c'è alcun minacciato rischio di blackout - conclude la nota - perchè la Sicilia è autosufficiente, come dimostrano gli stessi dati forniti dalla società».
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