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Nuovi poveri scavano in riva al mare a Messina a caccia delle lire di inizio '900

Si vedono dopo le mareggiate e di notte, sperando di recuperare monete e oggetti

MESSINA. In anni di crisi c'è chi si rivolge al mare per essere aiutato. Non prega ma con le mani scava. Sono quelle persone che di notte, nei giorni che seguono le mareggiate, aspettano che il clima divenga più stabile e vanno in spiaggia. Sono in cerca di monete (come nella Corsa all'oro degli Stati Uniti di più di duecento anni fa) ormai fuori conio ma che valgono qualcosa oppure di oggetti in oro e in argento.

C'è chi li vede ancora scavare nella sabbia della zona sud: a Maregrosso, Contesse, Tremestieri, Mili, Galati. Non sono molti, sono disperati che vanno a mangiare tra le mense dei poveri, che magari frugano pure tra la spazzatura e che di notte, senza farsi notare dai mezzi navali della Guardia Costiera, si trasformano in cercatori sperando che la violenza del mare porti a riva e sotto pochi metri di terra qualcosa da rivendere nei mercatini degli oggetti antichi. Alcuni abitanti di Mili hanno confermato di averli visti e anche l'ex consigliere del II Quartiere Ciccio Gallo che oggi segue la politica da lontano dopo tanti anni alla circoscrizione di Contesse.

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